Sono passati tre anni dall’ultimo lavoro del gruppo e ben dieci dall’uscita di quell’album gelido e seminale che fu “Nord”. Il combo svedese, tanto vicino allo stile Dark Funeral di cui è sempre stato considerato ingiustamente una copia sbiadita, torna con un lavoro che ricalca gli ultimi passi intrapresi con il buon “Endtime Divine”. I Setherial, facendo uscire cinque album in dieci anni, non sono certo un gruppo prolifico: per questo forse il loro nome non è conosciuto abbastanza nonostante i primi passi mossi risalgano agli anni ’90. Quest’ultimo album prosegue appunto il cammino degli scandinavi, che ormai hanno abbandonato definitivamente l’atmosfera oscura impreziosita da nuances acustiche del primo lp: questo “Death Triumphant” è diretto, rabbioso, velocissimo e aggressivo. Il muro sonoro innalzato dalle chitarre e da una batteria martellante viene interrotto in alcune tracce dalla scelta di marce più cadenzate, che attutiscono leggermente lo spessore magmatico creato. La produzione è, come nell’episodio precedente, potente e fredda, rende il suono più moderno e compatto, meno sulfureo e acidognolo che nei primi tre lavori del gruppo (fino a “Hell Eternal”). Un album ben riuscito, che rispetta ancora una volta i dettami del classico stile svedese, quello martellante e funereo proprio di questa regione. Rispetto al precedente “Endtime Divine” abbiamo una minor completezza d’insieme, l’omogeneità di quel lavoro qui viene a mancare in certi brani troppo lunghi e un po’ ripetitivi, meno convincenti e talvolta poveri d’idee. Ancora una volta i Setherial hanno plasmato marce adatte a scheletri danzanti nell’oscurità, dimostrandosi abili nel creare stanze claustrofobiche, dall’aria densa e irrespirabile. Peccato che le sottigliezze che li rendevano inimitabili, quelle chicche acustiche o quelle sparate micidiali che li innalzavano rispetto a tanti gruppi, siano state dimenticate a favore di un black più comune e meno tagliente.

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