Questa sì che è un’intervista che si può definire davvero piena di energia e grinta! Caratteristiche che sono assolutamente proprie dei Rosae Crucis, band italiana dedita al più classico heavy metal e giunta finalmente all’esordio discografico con questo “Worms of the Earth”. Il disco, a mio avviso, si è rivelato davvero buono sotto tutti i profili (potete leggerne la recensione
qui) e non può far altro che bene alla scena metal nostrana. Abbiamo parlato di tutto questo con Andrea Magini, chitarrista della band romana, che si è prestato a rispondere alle mie “taglienti” domande. Buona lettura!

Bene, innanzitutto una domanda un po’ pungente: non avete paura di venire paragonati e confrontati con i Centvrion, vuoi per i temi trattati, vuoi per le sonorità, vuoi per il fatto che siete entrambi italiani?
Hanno già qualche album alle spalle mentre voi siete alla vostra prima uscita ufficiale…

Beh colgo l’occasione per salutare i Centvrion che sono grandi personaggi e un’ottima band.
Penso che l’unico paragone tra noi e i centvrion sia il fatto che entrambi abbiamo un sound che spacca il culo, per il resto, beh noi come loro non ci vergogniamo di essere italiani, e puo’ succedere che parliamo di “temi” simili, anche se in realta’ estremamente diversi come approccio. Ho sempre reputato i Centvrion una delle migliori band italiane.
I Rosae Crucis esistono praticamente da “sempre” e non temiamo paragoni anche perche facciamo musica e non sport, quindi i paragoni lasciano il tempo che trovano. Paragonare cose soggettive e’ lo sbaglio piu grosso che si possa fare.

Mi ricordo un paio di anni fa di aver scaricato alcuni vostri MP3 dimostrativi dal demo “Fede, Potere, Vendetta”, anzi, era proprio la traccia con quel nome: oggi però sento parlare di questo demo come “Faith, Power, Revenge”. Non vi da fastidio questa cosa?
Fede potere vendetta e’ un demo in italiano e chiamarlo “Faith, Power, Revenge” e sbagliato oltre che offensivo. Sì, ci da fastidio ma oramai passiamo sopra a queste cose. Siamo abituati a traduzioni ovvie, oltre che non richieste, da parte della stampa europea.

Come mai avete deciso di cantare in inglese sull’album mentre sul demo i testi erano in italiano? C’e’ stata qualche imposizione?
No. Facemmo il cambio di lingua nel 2000 quando producemmo il promo “Bran Mak Morn”. Avevamo capito che la lingua italiana non ci avrebbe mai portato ad un contratto e così decidemmo di confrontarci con il mondo intero producendo un promo in inglese.
Abbiamo perso forse parte del mito che ci circondava, a causa del cantato in italiano, ma abbiamo guadagnato in visibilita’. Questa innegabilmente e’ stata una delle cose che ci ha spinto verso il contratto discografico, ma non e’ stata una forzatura di nessuno se non una nostra imposizione.

Secondo te esiste ancora un “problema internazionale” per i gruppi che vengono dal nostro Belpaese? Tipo appunto, cambio di nome alle canzoni, cantato rigorosamente in inglese, pseudonimi… vorrei in particolare concentrarmi su questo ultimo punto.
Ne siamo la dimostrazione vivente. Se non avessimo abbandonato il nostro antico e celebre volto, non avremmo mai raggiunto il contratto. L’Italia e’ stata per troppi anni invasa da una pesante cappa di esterofilia che ci ha portati ad osannare gruppi di merda, impedendoci di vedere le gemme che crescevano e purtroppo morivano nel nostro paese.
Il discorso degli pseudonimi e’ una minchiata. Io posso avere un nickname, prassi più che altro derivata dall’uso del web, il mio e’ “kiraya” , ma il nome e’ quello che ho sulla carta di identita’. Non ho motivo di nascondermi dietro ad un “Andrew qualchecosa”, io sono “Andrea”, e non me ne vergogno… Andrew fa sicuramente più fico, ma io non voglio essere fico… io sono qui per aprire deretani e non per sbottonare camicette…
Molti gruppi si vergognano di essere italiani o di avere nomi italiani. Questo pero’ deriva anche dal fatto che i gruppi italiani non sono affatto ben visti in Europa o in America.
Compriamo tonnellate di merda in qualsiasi altra lingua tranne che la nostra…

Una domanda che potrà sembrare scontata e banale ma che pare molto importante per voi: cosa sono il true e il false metal? E’ un concetto generale, quasi ideologico, oppure solo prettamente musicale?
Mi faresti qualche esempio di gruppo false? Non avere paura di non essere politically correct!

Bella domanda. Noi non abbiamo mai parlato di true metal, mentre parliamo spesso di false metal. Ci viene affibiato spesso il termine True Metal, ma per me e’ solo una delle tante etichette, come l’Epic, il Power e via dicendo, tante belle etichette che in sostanza non significano un cazzo. Il false metal invece rientra in un discorso piu ampio. E’ un concetto ideologico che ha a che fare con l’attitudine con cui tu componi musica e ti confronti con gli altri. Non c’e’ un genere che va definito false, ma e’ un modo di fare che puo’ essere riscontrato in qualsiasi genere.
Un gruppo false tra tutti? I Metallica, per dirne uno. Poi prendi tu a caso i nomi di tutti i camiciapomposa supercapellibiondissimi innalzatori di spade e ne troverai a bizzeffe.
Parliamo di gente che non e’ coerente, che non crede nel metal ma solo nel business. Questi sono i false… Tutti gli altri quindi per esclusione sono true, indipendentemente dal genere.

Perchè avete deciso di fare un concept album, e soprattutto fantasy? Non è un tema un po’ inflazionato in questi ultimi anni? Ci sono altri “livelli di lettura”, magari?
Beh io vorrei fare un concept sulla seconda guerra mondiale ad esempio, e strutturare i pezzi come se fossero un film di guerra… Quanto ci metterebbe la stampa a distruggermi dandomi del nazista, fascista, guerrafondaio etc. etc.? Poco o niente.
Il nostro non e’ un concept fantasy, ma di Heroic&Bloodsheed, Sword&Sorcery, quello che in Italia durante gli anni 60 veniva definita letteratura di Cappa e Spada, o semplicemente Pulp.
La fantasy e’ quasi fiabesca, la Heroic&Bloodsheed e’ uno sgorgare di sangue, un massacro continuo. E’ piu reale, piu crudele e piu affascinante secondo me.
Non parliamo di draghi volanti o cavalieri miticissimi, ma di uomini in carne ed ossa che vivono, muoiono, e sanguinano…
Comunque non ci specializzeremo in questo genere come hai detto tu “inflazionato”, anche se continueremo a proporre altro materiale ispirato a Robert Howard.

Mi racconteresti come è entrato nel lavoro del disco Giuseppe Orlando? Com’è stata l’esperienza? Avete avuto problemi con gli impegni del suo gruppo madre, i Novembre?
Giuseppe lo conosciamo da molto tempo e nel suo studio abbiamo gia registrato il promo 2000, la cover dei Manowar “Pleasure Slave” per il tributo italiano ai Manowar e ora il disco.
Prima di essere un collaboratore, una guest star, un produttore artistico, e’ un grande amico. Ci ha dato una carica e una forza impressionante. Senza il suo prezioso aiuto e i suoi suggerimenti, non avremmo mai prodotto questo disco. Insieme a lui abbiamo conosciuto persone come Massimiliano Pagliuso (chitarrista dei Novembre) che ci hanno insegnato moltissimo. L’esperienza e’ stata indimenticabile nonostante la buona dose di stress e sfiga che ci ha accompagnato per un bel periodo. Giuseppe e’ stato abilissimo a non far collidere le nostre registrazioni con il suo lavoro con i Novembre e il tutto e’ filato liscio.

Tornando ai vostri demo: non voglio farvi la solita domanda “favorevoli o contrari agli MP3”, ma dato che appunto ai tempi voi già lo usavate come metodo di diffusione, mi puoi dire se si è rivelato davvero utile ai fini?
Gli MP3 sono indispensabili come veicolo promozionale al giorno d’oggi. Non e’ facile purtroppo controllarli e danno molto spazio quindi alla pirateria. Le major si lamentano di queste ma sono secondo me quelle che hanno meno da rimetterci in questo gioco.
Piccole band come la nostra possono essere semplicemente “distrutte” dalla distribuzione pirata delle song. Speriamo e crediamo nella fede di chi ascolta metal.

Ultima domanda leggermente fuori tema, ma non troppo: che cosa ne pensi della politica e soprattutto della politica che alle volte entra nella musica? Scriveresti un album “politico”?
No, non scriverei mai un album politico. La politica e’ una cosa che ha poco a che fare con la musica e con l’arte. Deve rimanere fuori. Rispetto chi usa la musica per fini politici ma non li condivido. Preferisco chi usa la musica per denuncia sociale, ma comunque io guardo la musica, così come il cinema e la letteratura, come un veicolo principalmente di svago, di intrattenimento, di rappresentazione dei sogni e dei desideri.
La realtà è già cruda e palese di per sè e non ha bisogno di un cantastorie fazioso per essere recepita.

Tornando a un discorso 100% musicale: com’è stato essere di supporto ai Manilla Road?
Probabilmente te lo avranno
già chiesto decine di volte, ma ti faccio ugualmente la domanda. E più in generale, quali altri gruppi stimate,
apprezzate e a quali altri cercate un po’ di rifarvi? Insomma, i vostri gusti musicali come gruppo di ragazzi.

La sera del concerto con i Manilla road, ero così emozionato che non avevo il coraggio di avvicinarmi a loro e cosi The Shark e’ venuto a stringermi la mano. Appena ci siamo dati la mano (con l’abbraccio degli antichi romani) io gli ho detto in inglese “E’ grazie a te se sono un guerriero di Cimmeria” (la Cimmeria e’ la terra da dove proviene Conan il Barbaro). Lui mi ha abbracciato e mi ha detto “Per Crom Fratello mio, tu sei il benvenuto allora”. E’ stato bellissimo.
Mark e’ una persona spettacolare, abbiamo parlato per ore e ore il giorno del concerto e tutt’ora ci sentiamo spesso tramite email.
Indubbiamente prima amavo i Manilla Road per ciò che suonavano, ora li ammiro anche per ciò che sono.
Altre band che amo citare sono i Cirith Ungol, Manowar, Slayer, Dio, Anthrax, Candlemass, Grave Digger e Queensryche. Diciamo che all’interno del gruppo siamo abbastanza uniti come ascolti.

Ok, ora lascio spazio a te per dire le cose che secondo te non ho approfondito bene, o per dire qualunque cosa tu voglia. Spazio libero!
Ti ringrazio per l’intervista e ti faccio i miei migliori auguri per la fanzine.
Ai lettori dico soltanto:
“Supportate il metal italiano e fregatevene delle etichette.
Non fossilizzatevi su termini come True Metallers, o Power Metallers, o Defenders, o Attackers, Blacksters, Whiters…”
Noi Siamo i Rosae Crucis e siamo fieri di suonare Heavy Metal.

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