In occasione dell’uscita del nuovo lavoro dei Riverside, Mariusz Duda, cantante e bassista della band, ci svela tutti i segreti che gravitano attorno alla formazione polacca ed alla loro seconda fatica discografica…

Prima di tutto, ragazzi, permettetemi di congratularmi con voi per le stupende opere che ci avete regalato, “Out Of Myself” prima, e l’ottimo “Second Life Syndrome” di quest’anno…
Ok, grazie mille!

L’artwork di “Second Life Sindrome” rispecchia benissimo i contenuti dell’album, molto oscuri e profondi. Come siete entrati in contatto con l’artista che lo ha progettato?
L’autore dell’artwork è Travis Smith. Abbiamo già lavorato insieme per “Out Of Myself”. La Laser’s Edge, la label che ha prodotto il nostro primo lavoro ci suggerì di lavorare con Travis, già all’opera in passato con Opeth, Anathema e Devin Townsend. Inoltre “Out Of Myself” è il primo capitolo di una trilogia, dunque lavoreremo con lui anche per il prossimo album.

Concedeteci qualche ricordo sul processo di registrazione di questo lavoro… Quanto tempo avete trascorso in studio e come era il vostro stato d’animo sapendo che l’ombra di un grande lavoro come “Out Of Myself” incombeva pesantemente?
Abbiamo iniziato a preparare il materiale di questo disco ben due anni fa. Alcuni di questi brani, infatti, sono stati proposti dal vivo proprio durante il tour promozionale di “Out Of Myself”. Per quanto riguarda la creazione di questo lavoro, poi, abbiamo fatto tre assunti di base. Primo, “Second Life Syndrome” doveva suonare in maniera diversa da “Out Of Myself., molto più dark e pesante se vogliamo. Ho deciso apposta di non utilizzare nessuna chitarra acustica per questo lavoro, ben sapendo che un nuovo lavoro identico al precedente avrebbe segnato la nostra fine. In secondo luogo, con “Second Life Syndrome” abbiamo sperimentato delle nuove soluzioni musicali che, in futuro, ci serviranno per inquadrare meglio anche il nostro stile. Terzo, doveva essere un lavoro a se stante, con un inizio ed una fine ben determinati ed evidenti.

Parliamo dei testi, avete menzionato un argomento in particolare?
“Second Life Syndrome” è la seconda parte di una trilogia, comincia dopo gli eventi di “Out Of Myself” e termina prima della terza parte che registreremo. Nel primo capitolo l’eroe della storia cercava la sua dimensione in un mondo normale, purtroppo isolandosi da esso. In questo secondo capitolo è determinato affinché la sua vita abbia una svolta decisiva. Abbiamo due aspetti fondamentali: innanzi tutto l’eroe diviene il confidente di se stesso, inoltre dai meandri del suo passato riemergono lampi di memoria che lo inducono al cambiamento. Infatti, nell’ultima ed emblematica “Before”, l’eroe chiude definitivamente con la propria storia e riazzera la propria memoria, afflitto dal dubbio eterno sul fatto che sia proprio quello che ha scelto in posto in cui vivere.

Avete già letto alcune recensioni di questo nuovo lavoro? Un punto di vista sulla scena europea ed americana…
“Second Life Syndrome” è stato accolto indifferentemente in entrambi i contenenti, con responsi davvero grandiosi.

La durata di quest’album è decisamente importante, oltre sessanta minuti di musica…
Tutto programmato?

Abbiamo saputo dei sui 63 minuti di durata solo dopo aver registrato il master!

Cosa sono i Riverside per te? È solo una band di musicisti in cui puoi esprimerti in quanto artista o c’è anche dell’altro?
Come in ogni band, ogni cosa dipende dalle giuste relazioni dei suoi componenti. Ovviamente siamo amici!

Cosa è cambiato, in questo senso, all’interno della band dagli esordi ad oggi?

Sino ad oggi abbiamo registrato due album ed un Ep, fatto tre tour e suonato in numerosi posti sparsi per l’Europa… Praticamente siamo diventati una famiglia!

Quanto ritenete sia importante un veicolo promozionale come internet? Che ruolo ha giocato nella costruzione della vostra visibilità?
All’inizio tutta l’attività dei Riverside ruotava attorno ad internet. Poi, col tempo, abbiamo rivolto la nostra attenzione ai media in generale. Riteniamo fondamentale il nostro sito – www.riverside.art.pl. – ed ormai siamo consapevoli del fatto che sia il principale veicolo promozionale che ci sia.

Il rovescio della medaglia, il download illegale…
Penso che, nonostante tutto, sia anche esso un mezzo di promozione valido. Non penso si possa combattere! Comunque, se un lavoro è davvero importante per te, penso che l’originale sia assolutamente da comprare.

Avete pianificato la produzione di un video promozionale?
Non ancora, però in futuro è una cosa che affronteremo molto volentieri.

Bene, siamo giunti alla conclusione di quest’intervista…
Grazie per il tempo che ci hai concesso, se vuoi lascia un ultimo messaggio a tutti i vostri fan…

Volevo solo salutare tutti i nostri fan in Italia, spero di incontrarvi presto in tour!

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