Ritorno discografico per i finnici Requiem che, dopo il successo del disco di debutto The Arrival ed il flop di Mask Of Damnation, decidono di cambiare rotta dirigendo il proprio sound verso un power molto più aggressivo e pesante. Bisogna dare merito all’etichetta Scarlet di aver creduto in questo gruppo e di averlo aiutato a compiere il cosiddetto “salto di qualità”. Sin dalle prime note dell’opener “Possesed By Power”, chiunque si aspetti di aver tra le mani il solito album easy-listening che faccia il verso allo stile degli Stratovarius rimarrà completamente deluso in quanto i Requiem, avendo quasi completamente abbandonato qualunque tipo di velleità sinfonica, si sono concentrati sulla creazione di pezzi semplici e dirette che toccano più i lidi dell’Heavy melodico che quelli del Power. Si continua alla grande con “Hold On”, brano nel cui refrain la band sembra rivisitare, in chiave metallica, lo stile dei Depeche Mode. “Shadowhunt” ricalca in parte lo stile degli Iced Earth miscelandolo però con un’ottima matrice Epic. In questo ottimo prodotto è possibile anche ritrovare delle ritmiche che ricalcano gli stilemi del modern-trash, come nel brano “Violate” che, grazie a delle ritmiche molto ruvide e cruente ed a dei riff di tastiera molto più elettronici che classici, si avvicina molto al sound dei Linkin Park. Con la magistrale esecuzione di Painting The Wind”, i Requiem riescono persino a toccare i lidi del Power/Prog. Ed ecco arrivare “Invincible Enemy” e “Vindictive Heart”, due brani caratterizzati dalle trame tecnologiche ma al tempo stesso altamente inquietanti create dalle tastiere del virtuoso Jukka Hanninen. Il gruppo si concede solo un brevissimo ritorno alle origini durante le esecuzioni di “The Tower”, “Nightfall” e “Sleepless nights”, dove dominano i riff taglienti creati dalle due asce, Arto Räisälä e Teemu Hänninen. Ma la vera ciliegina sulla torta è proprio il brano che chiude questo piccolo gioiello: infatti i Requiem regalano ai propri fans una versione rivisitata di “Gods Of War”, brano tratto dal loro primo demo Into The Night. Uno degli elementi che rende questo album un piccolo gioiello è dato dall’ottima prova del cantante Jouni Nikula la cui voce, molto espressiva e versatile che si distanzia dai classici stilemi del genere, riesce a dare al tutto una connotazione molto interessante. Per concludere posso solo consigliare agli ascoltatori di procurarsi questo album approfittando dei numerosi banchetti della Scarlet presenti a tutti i concerti milanesi. Ragazzi diamoci una mossa e facciamo sì che questo album, che si distanzia anni luce dal calderone delle solite, scontate, terribili e noiose uscite mensili di schifezze Power, non passi inosservato.

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