Nient’altro che uno statico tributo al death metal statunitense. Pur armati di volontà, pazienza ed ammorbidimento critico, dopo un numero casuale di ascolti, è questa l’unica sensazione suscitata da “Government Denies Knowledge”, battesimo degli elvetici Requiem su Massacre Records.

Se monicker, artwork, liriche e titoli possono apparire da manuale di insensata copia conforme, nulla di diverso è riservato dal conenuto “artistico”-musicale del disco. Le undici composizioni contenute nel lavoro in questione sono prive di un’identità degna di questo nome, disordinate nel loro riferirsi al già fatto con un risultato prevedibilmente mediocre. Dal primo all’ultimo minuto, senza veli nè remore, vengono passati in rassegna tutti i clichè di un genere che, mai come oggi, ha sete di idee e personalità ed al quale, prodotti come questo, non possono portare nè linfa, nè freschezza ma solo il sempre più sfiancante collasso di idee riproposte ciclicamente. Quasi impossibile fare dei nomi dato l’innumerevole contenuto di plagi e ricicli di idee utilizzati dai cinque ragazzi svizzeri che mostrano, in particolare, una certa predilizione per band quali Kataklysm, Malevolent Creation e Terrorizer.
Un disco anonimo, scialbo e per nulla ispirato in cui, per dovere di cronaca e rispetto alla band, bisogna riconoscere un’aggressività costante, una prova vocale buona e versatile ed una produzione azzeccata. Niente di importante, nè sufficiente a risollevare le sorti di “Government Denies Knowledge”, ennesimo tassello dell’ampio mosaico della mediocrità del metal attuale.

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