La storia che si ripete. I Reasonable Doubt sono una giovane e dotata band proveniente dall’Inghilterra e destinata, qualora dovesse mantenersi su questa lunghezza d’onda, verso il solito limbo caratterizzato da soddisfazioni inversamente proporzionali alle proprie potenzialità. Previsioni forse azzardate, non imputabili al tentativo di chiromanzia del recensore di turno ma, più semplicemente, al fatto che i cinque ragazzi in questione propongono la solita, buona e liscia, miscela tra death e thrash dal sapore di Svezia.

Venti minuti abbondanti, non ancora decisivi per esprimere giudizi definitivi sulla formazione britannica ma sufficienti ad apprezzarne i pregi e delineare un approssimativo profilo della loro carriera. Si chiami retorica, si chiami ripetitività, ma ad ascoltare questo ‘Built To Resist’ non si sfugge dalle descrizioni già offerte per centinaia di altri dischi. I ragazzi conoscono sè stessi ed i propri limiti e, in base a tali presupposti, costruiscono un lavoro misurato e godibile. I brani sono strutturati in maniera piacevole ed abbastanza dinamica, con strutture mai prefabbricate ma sempre volenterose nello spaziare. Incursioni hardcore ed un cantato “alternative” (da migliorare rispetto ai ficcanti scream) vanno ad infittirsi con il trascorrere dei minuti di un disco positivo che, pur nella sua modernità, non si accosta mai alla pomposità del fenomeno metalcore. Ciò nonostante, le influenze restano, neanche a dirlo, quelle dei classici In Flames meno eletronici e The Haunted più ragionati che, ancora una volta, fanno capolinea in un disco che non può non essere accomunato al fitto calderone. Restano l’onestà, la soddisfazione dell’esordio e quelle buone sensazioni che non fanno di un disco qualcosa di assolutamente imperdibile. Brillante ma senza pretese.

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