Monumentale!!! Questo è il primo aggettivo che posso usare per descrivere un live di tale portata. I Rammstein sono riusciti a dar vita, in quel di Berlino, ad uno spettacolo che solo una ristretta cerchia di musicisti può ed è in grado di creare.
Giocando in casa, il gruppo teutonico può contare anche su un seguito numerosissimo, uno stadio stipato in ogni ordine di posti da orde di fans impazzite nell’ascolto di una scaletta che attinge da “Herzeleid” e “Sensucht”.
Tutto risulta essere perfetto. Il gruppo in tenuta futuristica si lancia in una performance che lascia senza fiato, e l’abbondante uso di giochi di luce uniti ad un sapiente, quanto abbondante, impiego di effetti pirotecnici non fa altro che riuscire nello scopo di trasportare l’ascoltatore nella dimensione Rammstein. Ogni singolo momento di questo live è entusiasmante.
E ora non mi resta che cercare di estrapolare alcuni momenti al fine di descrivere al meglio quello che i miei occhi hanno potuto vedere. E dopo quello che ho visto mi sto ancora mangiando le mani, e non solo, al pensiero che l’anno passato al Gods i cinque “Marinai” non si sono esibiti.

Un intro da brivido cui segue l’apparizione di ogni singolo elemento della band, con la ciliegina sulla torta del cantante che si cala dall’alto su una piccola piattaforma, è il preludio a ciò che segue. Si parte subito di botto con “Spiel Mit Mir”, song d’impatto e di grande energia. Il coinvolgimento è totale, e i ragazzi non si risparmiano, sfoggiando un look a metà tra Mad Max e una missione spaziale, lenti a contato colorate che rendono lo sguardo glaciale, non senza un tocco di marzialità (in special modo Richard il chitarrista). Il palco è veramente degno di tale nome, sia per quanto riguarda le dimensioni sia per l’impiantistica. Le prime sei canzoni sono tutte cariche ed energiche, con l’apice toccato durante “Weisses Fleisch” e “Asche Zu Asche”.
La settima è “Wilder Wein”, e a questo punto cala la tensione, ma solo per lasciar posto a momenti di atmosfera pura. Il trasporto dei musicisti è totale e lo si può constatare facilmente. Nubi di fumo multicolore esaltano il giro di tastiera iniziale, e la presenza di persone con torce in fiamme sulle armature che circondano il palco danno un tocco di alienazione ad un pezzo già alienante di per sé. Il colore che regna durante la canzone è il verde (colore già usato ad esempio dai Type 0 Negative sulla copertina dell’ultimo “World Coming Down”, questo paragone per rendere l’idea dell’aria che si respira). D’effetto la trovata finale di far salire sul palco i chitarristi con chitarre acustiche e con un sombrero di dimensioni esagerate, una pennellata d’astratto su di un quadro già surreale.

Luce blu elettrico che avvolge il palco; chitarristi e bassista in ginocchio; parte l’esecuzione di “Klavier”, un lento che attinge dalla musica classica, sempre rispettando le coordinate della musica dei magnifici 5, song marziale e classica! Segue “Heirate Mich”, song con un intro che dal vivo è davvero raggelante, suggellato dalla voce baritonale di un Till in formissima, a cui segue l’esplosione di urla del pubblico nel momento in cui attaccano le chitarre. Energia allo stato puro.
Seguono i quattro hit single della band tra cui spicca “Engel” con la partecipazione della cantante Bobo, chiusa in una gabbia che all’inizio è avvolta in un panno che poi prende fuoco. Da segnalare anche la performance di “Du Hast” che vede la partecipazione del pubblico con cori, ed esplosioni varie con coriandoli argentei che ricadono sul palco. Citazione a parte per la canzone manifesto “Rammstein” (che narra della tragedia avvenuta alla base di Ramstein, in cui a causa di uno scontro tra due aerei delle frecce tricolori persero la vita molte persone), la song vuole essere un momento catartico per esorcizzare la tragedia. Una ventola gigante sul fondale del palco per creare il riferimento con gli aerei, un Till che appare da una botola al centro dello stage con il trench infuocato che attenuerà le fiamme solo durante lo svolgimento della song, il tutto rende perfettamente ciò che può essere successo in quel dannato giorno (R.I.P.).

E dopo tre canzoni sempre sostenute dalla carica dei musicisti e dai giochi pirotecnici, il concerto si chiude con “Seeman”, forse la canzone più toccante mai composta dal gruppo (almeno per chi scrive). Inizio di basso coadiuvato da effetti “marinari” del sempre puntuale Flake, per una canzone da brivido, un Till che interpreta perfettamente il marinaio “solo e in mezzo alla bufera”, e nel primo bridge quando il singer si batte il pugno violentemente sul ginocchio, l’energia trasmessa è alle stelle. E che dire di quando, durante il ritornello, Flake abbandona la sua postazione dietro le tastiere per mettersi su un canotto e farsi trasportare dalle braccia dei fans, in una navigazione sul mare dell’entusiasmo della folla oramai in delirio totale, e il tastierista ad indicare la rotta, verso il gran finale dove alla fine i cinque “Marinai” escono a gattoni dal palco incitati calorosamente dal loro pubblico.
Questo è il resoconto del concerto contenuto in questo DVD. Da segnalare che all’interno troviamo: una sezione con interviste sottotilate (tranne in italiano) al gruppo; una sezione in cui si può scegliere l’angolo di veduta di tre canzoni, a seconda del musicista prescelto; ed infine un gioco in cui indovinando otto domande su dodici (su fatti riguardanti tutto lo scibile sui cinque berlinesi) si dovrebbe vedere o ascoltare una bonus track.

In conclusione se siete fan dei Rammstein e non avete ancora questo concerto dovete subito andarlo comprare (vale ampiamente il prezzo), se invece dei Rammstein avete una bassa stima oppure vi lasciano indifferenti, il consiglio è quello di andare da un vostro amico che già lo possiede e dargli un’occhiata, chissà che non cambiate idea.

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