Continua imperterrito sulla propria strada il progetto anglo/italiano Power Quest. Nato dalla collaborazione tra membri di Arthemis, Hypnotheticall e Dragonforce e qui giunto al quarto lavoro in studio, ha rappresentato in questi ultimi anni la giusta linea di commistione tra il power zuccheroso dei primi Helloween, quello catchy dei Freedom Call e quello iper veloce degli stessi Dragonforce. ‘Master Of Illusion’ si delinea forse come l’episodio più maturo dei quattro e molti elementi superflui (uso eccessivo di tempi sparati, cori melensi e piuttosto banali) vengono in qualche modo ridimensionati. Rimane la melodia a farla da padrone e la voce cristallina di Alessio Garavello, costantemente all’opera su regimi vocali decisamente alti e ammiccanti. Anche l’apporto di Steve Williams ha uno spazio di vita molto pronunciato e non sono pochi i momenti in cui il tastierista ingaggia duelli all’ultima nota con il chitarrista Andrea Martongelli. Ora, se da una parte la compagine dimostra di aver intrapreso un percorso sonoro più maturo, dall’altra sembra quasi aver perso quello smalto che rendeva irresistibili canzoni come ‘Far Away’. Qui non mancano di certo buoni esempi di refrain melodici (‘I Don’t Believe In Friends Forever’, ‘’Kings Of Eternity’, ‘Cemetery Gates’) ma nessun brano ti rimane effettivamente in testa a distanza di tempo. Sul momento ‘Master Of Illusion’ è un platter che scorre veloce e senza intoppi, occupando in maniera simpatica e giocosa quasi un’ora del nostro tempo libero. Non ha grossi effetti sul lungo termine ma forse va inquadrato come un passaggio fisiologico verso la definitiva maturazione artistica della band.
Ultime annotazioni, la buona cover di ‘Reckoning Day’ (Megadeth) e la presenza su ‘The Vigil’ di alcune evitabili linee vocali in growl a opera di Chris Neighbour (Fourwaykill).

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