Trascorsi due anni dall’ultimo album (Buena Suerte), ecco tornare alla carica il Pinone nazionale: il rocker ‘de noartri’, in questo 2012 che ormai giunge al termine, infatti, ci ha regalato la sua settima fatica solista: Codici Kappaò, etichetta Valery Records, in una edizione che comprende due CD: il primo consiste in un album di inediti, il secondo in un live, registrato durante una serata di beneficenza a favore dei bambini di una piccola nazione dell’America Centrale, il Belize.

L’artista campano, come al solito, tratta temi molto vicini alle persone comuni, se la prende con la classe politica, contro chi cerca di approfittare degli altri, contro la televisione fatta di reality show. A quest’ultimo argomento, per la precisione, è dedicata la prima canzone dell’album, la cinica Signora del Voodoo, seguita da Meno Male che Adesso non c’è Nerone, feat e di Edoardo Bennato, dove l’energia rockeggiante viene messa da parte a favore di ritmi blues.

Codici Kappaò, title track dell’album, forte energia che rallenta con Festa & Croce, feat Aida Cooper. Ritmo e stili differenti, dall’heavy all’hard rock, si susseguono in MayDay, Angus Day (Forever Young) e Business Trash (feat The Fire).

Che l’artista napoletano abbia delle doti canore notevoli, inserite in un contesto di duro rock, è fuori discussione. Che le stesse doti non siano adatte a stili che dal suddetto si allontanano, è chiaro in pezzi come Pino…Occhio, brano rap in collaborazione con Club Dogo.

Il suono diventa più gradevole in La Terra ha il suo Respiro, torna grezzo e ruvido in Work in Regress, e sa di folk in Funambolo Retrò, feat Modena City Ramblers (… e chi altri?!), che chiude l’album.

Fin qui nulla di esaltante. Nessun pezzo che lasci il segno.

Passiamo al live: 13 canzoni, tra le più famose di Scotto, condite con l’energia e la carica della prestazione dal vivo. Il singer non delude, è in forma smaliante. Il pubblico presente quella sera d’agosto a Codroipo lo conferma. Urla, canta e risponde a gran voce alle parole forti e dirette del cantante. La band nel complesso da il meglio di se, l’aggressività e la forte spinta del concerto arrivano dritti in faccia, come da copione “Scotto”.

Un album piacevole, ma nulla di nuovo sul fronte “Scotto”. Ottimo cantante e colorito opinionista: amore o odio, non ci sono vie di mezzo.

 

 

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