Attivi ormai da ben 14 anni i tedeschi Obscurity non sono certo dei novellini in ambito metal, ma non essendo molto avvezzo al tipo di sonorità da loro proposto, o meglio direi molto scettico nei confronti del “Viking” dato l’ampio risalto dato a questo genere, che ha fatto sì che venissero riversate nel mercato numerose band di dubbio valore, ammetto di non aver mai, in passato, avuto la tentazione di approfondire la loro conoscenza e devo purtroppo per questo fare ammenda. Arrivati ormai al loro quinto album i nostri vichinghi teutonici hanno affinato le loro capacità musicali e con “Tenkterra” ci propongono un album maturo e coeso, in bilico fra le sonorità più melodiche del black metal scandinavo e del death metal sempre di stampo svedese, un misto fra Dissection, Sacramentum e gli onnipresenti Amon Amarth, band che inevitabilemente è di norma citare per chi fa questo tipo di musica. Le liriche sono incentrate album sulla storia della Germania dal 200 A.C. all’800 D.C. e narrano gli svariati passaggi che hanno portato alla costruzione della cultura celtico/germanica durante l’Impero Romano, sino alla sua caduta per mano della espansione del cristianesimo che portarono poi allo scontro fra Franchi e Sassoni. Quando parlo di Dissection e Sacramentum non è assolutamente una bestemmia, basta ascoltare l’iniziale “Keltilwald” o la ottima “Keldagau” per capire che il paragone è azzardato, ma non blasfemo. I ritmi sono veloci e riff dal sapore melodico si intrecciano scatenando ottime sensazioni. Non mancano passaggi più cupi e dilatati, come “Blut Für Blut” o “V Legion”, “Grenzland” e “Bergischer Hammer” dove l’epicità delle composizioni tocca vette che a mio parere gli utlimi Amon Amarth non riescono nemmeno a sfiorare. Peccato che a rovinare le atmosfere ci pensi quella vocina, messa dall’etichetta, che ci ricorda in mezzo ad ogni canzone cosa stiamo ascoltando e la data di uscita. Un album veramente potente e melodico, che a mio parere dà parecchi giri agli ultimi Amon Amarth, ma siccome la pubblicità è l’anima del commercio, gli Obscurity di certo non riusciranno ad arrivare alle vette di popolarità dei loro colleghi svedesi, ma alla luce di quest’album ne avrebbero pieno diritto.

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