A poco più di un anno dall’esordio “Puppet on a string” tornano i Nikki Puppet con un disco, “Militant Mother”, che svela molti punti in comune con il suo predecessore a cominciare proprio dalle influenze punk unite, questa volta, a un sound moderno e coadiuvato, molto spesso, dall’utilizzo di numerose campionature.

Ascoltando il disco, i brani che subito sono evidenti sono proprio “Lights are out” con un intro dedicato totalmente al wah di chitarra e la seguente “Paltry” che abbina ritmiche dal taglio heavy a una base melodica molto più lineare e “poppettosa”.Ovviamente sia la copertina sia il titolo dall’album rimandano al mondo militare che è rievocato con l’opener “Lost in time”, brano cadenzato e marziale, e anche da “We didn’t start the fire” altro brano parecchio quadrato caratterizzato tuttavia dall’allegria tipica del punk che riesce a coinvolgere sin da subito grazie ad un ritornello piuttosto intuitivo e facilmente orecchiabile. I rimanenti brani si commentano da soli presentando la stessa struttura melodica delle altri canzoni. Nicky si rivela all’altezza della situazione e anche la band che le ruota attorno riesce a svolgere ottimamente il proprio ruolo andando a mescere sapientemente punk e rock assieme per uno stile che lascia un po’ perplessi ma che alla fine riesce a centrare il proprio obiettivo.

Un disco frivolo, che nulla dà e nulla toglie alla scena. Non aspettatevi niente di entusiasmante: “Militant mother” finirà presto nel dimenticatoio.

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