Parafrasando il titolo di un film uscito nel 2008: e venne il giorno… Venne il giorno in cui i Mr. Big si riunirono in formazione originale, ovvero Eric Martin, Paul Gilbert, Billy Sheehan e Pat Torpey; venne il giorno in cui annunciarono un tour prima giapponese, poi mondiale; e, finalmente, venne il giorno in cui questo tour viene documentato su dvd. Indovina, indovinello quale Paese è stato scelto come location per le riprese? Il Giappone, of course! Qui il quartetto statunitense ha registrato la maggior parte delle proprie uscite dal vivo e gode di un successo commerciale che non ha uguali altrove. Si potrebbe quindi dire che i Mr. Big siano tornati sul luogo del misfatto ed il frutto è questo live dall’esplicativo titolo “Back To Budokan”. Ok, gli anni passano, ma nessuno dei componenti dell’attuale formazione ha risentito dell’età, se non per l’aspetto fisico (eccezione la fa un Eric Martin che sembra ancora trentenne nonostante le 50 primavere siano per lui piuttosto vicine). Come si può facilmente immaginare il livello tecnico è altissimo e nessuno sbaglia mai una nota nemmeno a volerlo, visto che si tratta di professionisti scafati e non certo degli ultimi arrivati sulle scene.
Ma veniamo al pezzo forte: il dvd. Molte domande attanagliano la mia mente prima di inserire il primo dei due dischetti nel lettore: saranno all’altezza dei tempi d’oro? A che livello sarà l’affiatamento dopo tanti anni di polemiche e discussioni interne? Lo show sarà degno del nome che si portano dietro i quattro americani? Bene, è con immenso piacere che ogni dubbio viene offuscato dai primi secondi di “Daddy, Brother, Lover, Little Boy”, opener d’impatto per ogni concerto che si rispetti anche grazie all’immancabile assolo di trapano elettrico, ciliegina su una torta tutta da gustare. I brani vengono snocciolati tutti uno di seguito all’altro, senza permettere pause o cali di tensione anche dove i toni vengono immancabilmente abbassati dalle splendide ballad del repertorio dei Mr. Big. Tralasciando l’arci-nota “To Be With You”, degne di menzione sono le esecuzioni “Promise Her The Moon”, “Just Take My Heart” e “Take Cover”, brani che da soli varrebbero l’acquisto del disco. Come se non bastassero gli assoli inseriti all’interno delle canzoni, ognuno dei membri della band, eccezion fatta per Eric Martin, si concede almeno un momento solista per soddisfare i fan invasati ed affamati di tecnica sbrodolante. Come non sottolineare, inoltre, la perfetta interazione tra le voci dei protagonisti, impegnati tutti quanti nei cori di ogni brano per dar vita ad una polifonia vocale che arricchisce non di poco il risultato finale. Una sola parola: strabiliante.
Ecco, quello che noto con grandissimo piacere è che i Mr. Big sono il classico gruppo che, nonostante potrebbe competere a livello tecnico con mostri sacri del progressive quali Dream Theater, King Crimson e Genesis, si concentra invece sulla riuscita delle canzoni che, spesso e volentieri, alle orecchie di chi non è un musicista, risultano quasi banali per esecuzione. Questo è il vero valore aggiunto dei Mr. Big: sapersi fare da parte per lasciare spazio ai pezzi, cioè a quello che conta veramente. Altra cosa che si nota dalla visione di “Back To Budokan” è quanto il quartetto si diverta. Esempio perfetto è la cover di “Smoke On The Water” durante la quale i ruoli dei musicisti vengono stravolti con Billy Sheehan prima alla voce e poi alla chitarra, Pat Torpey prima al basso e poi alla voce, Paul Gilbert alla batteria ed Eric Martin alla chitarra. Insomma, il motto sembra proprio essere “divertirsi per divertire” ed in questo i Mr. Big non sono mai stati fautori di brutte performance.
Ok, allora è tutto perfetto, giusto? Niente cose fuori posto? Oppure qualcosa che non va c’è? E allora diamo largo spazio alla pignoleria, visto che fino ad ora ho esaltato non poco questa uscita. Ecco il principale pelo nell’uovo: la sezione extra. Si tratta di una parte importante in un dvd live come quello qui analizzato e, spiace dirlo, ma in questo caso essa risulta essere relativamente povera, se consideriamo che gli Encore presenti sul secondo dischetto fanno comunque parte del concerto principale. Il documentario introduttivo dura solo una quindicina di minuti ed è piuttosto noioso in quanto privo di interviste vere e proprie ai membri della band. Insomma, mi sarebbe piaciuto vedere i protagonisti che rispondono a domande sulla reunion, sul perché sono stati lontani dalla loro creatura così tanto tempo e così via. Invece, nada, nulla, il buio più assoluto. Inoltre, se si vuole guardare bene, il video di “Next Time Around” ed il mini concerto acustico non costituiscono certo un motivo valido per l’acquisto di questa uscita, ma solo un gustoso “di più” a quello che è il piatto forte, ovvero il concerto al Budokan. Ecco, quindi, spiegato il motivo del mancato voto massimo a “Back To Budokan” che, in ogni caso, resta un lavoro da far proprio per ogni fan dell’hard rock che si rispetti e per chi non disdegna di passare due ore e mezza in compagnia di quattro funamboli degli strumenti.

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