…La vecchia società, era basata sul concetto estremamente romantico della bontà dell’uomo. Era tutto molto complicato, visto che le idee non corrispondevano alla realtà. La nuova società si baserà sulla valutazione realistica…

[tratto da “L’uovo del Serpente” di Bergman]

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Quando ho aperto il file digitale, inviatomi gentilmente dagli stessi componenti del Movimento, mi sono resa conto immediatamente di essere stata catapultata in un’altra dimensione rispetto al solito modo di ascoltare un disco e recensirlo. La sensazione è quella di passare dall’avanguardia dei giorni nostri, la ricerca ossessiva della perfezione estrema dei suoni, ad un salotto del piacer antico di fine ‘900, in cui le donne sorseggiavano infusi di tè provenienti dall’oriente e gli uomini fumavano il sigaro e bevevano cognac o brandy e si riunivano davanti ad un camino a discutere sulla società, ripercorrendo i trattati di filosofia. La fine del decadentismo ostentato, con l’inizio dell’era scientifica e moderna, con accenni e chiari riferimenti tra uomo e natura, fanno di questo lavoro il connubio perfetto e la dimostrazione che questo album è ragionato secondo un preciso ideale personale.
Il Movimento d’Avanguardia Ermetico è un duo piemontese nato nel 2005 proprio seguendo questa filosofia di vita. Nutrono già di una discreta discografia apprezzata soprattutto dai cultori di questo genere, che vuole unire le sonorità del black metal insieme alla ricerca e alla logica di pensiero, emozionale, filosofico, letterale, di spicco verso appunto un’avanguardia musicale a tratti quasi neofolk. Da notare senza dubbio sono gli intermezzi acustici di un pianoforte in perfetto stile anni ’20, rallentati, quasi come lo sfogliare un album di vecchie fotografie in bianco e nero, l’osservare delle foglie d’autunno che cadono e il lento scorrere delle giornate invernali. Passando poi per i sospiri del cantante, interminabili, tormentati, ragionati e forse non compresi abbastanza e dove la solitudine regna come fonte di bellezza interiore. Le reminiscenze di questo album ricordano un po’ gli aspetti musicali trattati da Frangar, Janvs e via discorrendo anche se molto alla lontana, poiché il loro messaggio non è per nulla politico o idealista.
L’interpretazione onirica di “Lacrime degli Dei” va interpretato nel pieno del subconscio personale ed emotivo. Ognuno di noi può percepire mille diverse sensazioni e farsi travolgere dal turbinio dei suoni d’avanguardia uniti al black metal che regna comunque sovrano.

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