Sempre più spesso mi arrivano promo di band dedite a sonorità tipiche del thrash death metal e nella maggior parte dei casi queste band mancano di quella scintilla, quella originalità e personalità, capaci di farle emergere nell’affollato panorama che è quello del metal estremo. Purtroppo anche gli olandesi Mortal Form appartengono a questa schiera. Sia chiaro, la band di Arnhem è una buona band, professionale e dotata tecnicamente, ma purtroppo troppo standardizzata ai canoni tipici del thrash death, il che comporta una assoluta mancanza di personalità che è una grave carenza per una band che, comunque, non è certo formata da novellini o adolescenti. “Taste The Blood” è un concentrato di violento e massiccio death thrash, che punta soprattutto su ritmiche mai troppo veloci e molto semplici, di impatto certo, ma anche abbastanza anacronistiche e stantie. Partendo da una base solida thrash metal, che in alcuni punti ricorda quello teutonico, Kreator in primis, i Mortal Form si concedono divagazioni melodiche tipiche del death scandinavo e qui vengono in mente alcune cose dei primi Arch Enemy, ma anche incursioni in territori più heavy orientend, soprattutto per quanto concerne gli assoli di chitarra ispirati dai sempre immortali Iron Maiden, il tutto condito dall’ottimo e possente growl del singer Rogier, unica nota veramente positivia dell’album.
Sono sicuro che i Mortal Form dal vivo non mancheranno di riscuotere consensi, vista la loro proposta monolitica e pesante, ma purtroppo su disco risultano essere abbastanza noiosi, colpa come ho detto di una assoluta mancanza di personalità. Qualche episodio di buona fattura c’è, come “The Uprising” o la conclusiva e violentissima “Screwed”, ma ciò non basta per risollevare le sorti di una album dal songwriting troppo derivativo e scontato. Un album dunque che nulla aggiunge alla attuale scena mondiale, ma che forse gli amanti del thrash death di ispirazione europea potrebbero degnare almeno di un ascolto, ma sinceramente non vi consiglio di spendere soldi per poi ritrovarsi sottomano un costoso sottobicchiere.

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