“Five Shots From Underground”: Cinque domande Cinque al Top Demo di Heavy-Metal.it !

Salve ragazzi, raccontateci la vostra storia e presentate il gruppo.
I Morkal si formarono a Recanati alla fine del 2001. Dopo varie vicissitudini e contrasti abbiamo raggiunto l’attuale formazione all’incirca quattro anni fa. Sebbene anche tutt’ora le nostra influenze musicali siano alquanto varie, la formazione va avanti senza problemi giacché la maturità da noi raggiunta, sia al livello di musicisti che personale, ci permette di amalgamare le nostre influenze per poter costruire brani interessanti, almeno dal nostro punto di vista. Attualmente il gruppo è così architettato: Fervs alle chitarre, Sempiternus alla batteria, cori e tastiera, Strid alla chitarra ritmica e alla voce, Belvae al basso. Il nostro stile si è progressivamente evoluto da un Black Metal putrido e primitivo verso sonorità più complesse, ragionate e soprattutto epiche e melodiche, non tralasciando comunque l’attitudine ferale tipica di questo genere musicale. Nonostante la maggior parte dei pezzi di Feritas Pagana siano stati scritti negli anni compresi tra il 2002 e il 2005, questi sono stati completamente ristrutturati e adattati nel tempo per poter arrivare alla fattezza attuale.

Su cosa basate principalmente i vostri pezzi e quali sono i vostri punti di riferimento ?
Noi ci sentiamo Italici. Poiché il Black Metal è il sottogenere di Metal che fin dagli esordi si è rivolto al lato più spirituale evocato dalla Musica, era inevitabile che il nostro sentire si rivolgesse spontaneamente a questo genere. Noi definiamo la nostra musica Italic Pagan Black Metal. È questo il modo più diretto per poter esprimere il messaggio che vogliamo veicolare con la nostra musica. Le tematiche da noi trattate sono l’antica spiritualità che ci lega alla nostra Terra, i nostri miti, la nostra natura, la nostra gente, il tutto mescolato all’odio che ci ha suscitato l’oblio nel quale è sprofondata la nostra antica e primigenia Tradizione, soffocata da credenze allogene giunte dal deserto, che nei secoli hanno sconvolto il nostro modo di pensare e agire. Musicalmente siamo stati inevitabilmente influenzati dalla scena Norvegese degli anni novanta, ma non solo, anche l’attuale scena Pagan venuta dall’Oriente Europeo ci ha aperto spunti d’ispirazione che abbiamo voluto fondere a tematiche prettamente Italiche, riguardanti il nostro Genius Loci che non può e non deve essere obliato.

Cosa non ti piace del metal in Italia e cosa cambieresti ?
In Italia ci sono gruppi degni di essere ascoltati e anche lodati, ma quello che impedisce molte volte la collaborazione è la grave carenza di case discografiche italiane serie che riescano ad unire sotto pochi vessilli l’operato di gruppi musicalmente e tematicamente simili. Si creano troppe realtà autonome e provinciali che non legano tra di loro.

Miglior gruppo italiano e più sopravvalutato gruppo italiano ?
Onde evitare contrasti non voglio rispondere a questa domanda. Dico solo che a me piacciono molto i Malnàtt, Hesperia, Cain e pochi altri.

Cosa ti ha dato la musica e cosa vorresti darle tu ?
La Musica e il Black Metal in particolare sono il mio nutrimento. Senza di essi mi sento fiacco come se fossi consunto dall’inedia. Ho sempre bisogno di Metal e non solo: grazie alla mia ragazza sono riuscito ad approfondire anche l’ascolto della musica Classica. Ascoltare buona musica è importante per risvegliare energie primordiali che sono celate dal tetro velo della quotidianità e dei doveri di questo mondo moderno che annichilisce l’uomo. Quello che vorrei dare alla musica non si ferma al piano della musica come entità fisica, ma è qualcosa che travalica oltre il muro della sonorità. Coniugare sapere antico e musica moderna fa sì che riecheggi nella squallida modernità il tempo in cui musica, sapienza e spiritualità erano tutt’uno. È un progetto ambizioso ma non è detto che non si riesca, con anni di fatiche energie e sforzi.

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