Coraggio e voglia di mettersi in gioco sono qualità che, visti i trascorsi più ironici e goliardici, non sono mai mancate ai Malnatt. E’ così che, all’alba del quarto full-length, i sei musicisti bolognesi dimostrano di non essere mai sazi e propinano l’ennesima muta ad un sound e ad un’anima che con gli anni non fa altro che migliorare.

‘La Voce dei Morti’ segna un ritorno sulle scene più serioso e sobrio da parte dei blackster tricolori che, messa da parte la veste beffarda dei precedenti lavori, si ripresentano con gli accorgimenti giusti al posto giusto. A partire da un artwork che sembra un tributo silenzioso ai Khold, la band offre una prova che strizza l’occhio al black metal nordico più classico farcito da quella personalità che ha sempre caratterizzato il gruppo in questione. Nove brani che, a quel sapore tagliente e gelido che esige la tradizione, riescono a mescolare una buona componente rock’n’roll ed un buon gusto per le atmosfere suadenti che, in alcuni frangenti, ricordano i Primordial più aggressivi. Un calderone ben amalgamato e coeso in cui a quel riff sottile ed affilato di scuola norvegese si alternano le ritmiche serrate e le buone melodie a disegnare un quadro pieno e completo. Una quadratura sempre appropriata ed una produzione perfetta fanno il resto in un lavoro che piace anche sotto l’aspetto lirico che va a riproporre versi di grandi poeti del passato passando per Praga, Pascoli e D’annunzio. Un ritorno gradito e gradevole tutto feeling ed umiltà da parte di una delle realtà più positive del panorama estremo italico per un prodotto obbligatoriamente rispettabile.

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