Davvero strano il percorso dei Lilyum, band torinese guidata dal solo Komos Reversum. Dicevo strano percorso, perché la maggior parte delle band è solita partire dal black metal per poi arrovellarsi su tentativi, non sempre riusciti, di sperimentazioni e misture di generi. Per i Lilyum invece è avvenuto l’esatto contrario, partita come una band che mischiava diversi stile all’interno della propria musica, una volta che la line up si è smembrata e dopo che Kosmos Reversum ha deciso di mandare avanti il proprio progetto da solo, avvalendosi alla voce di Lord J. H. Psycho, i Lilyum hanno subito una mutazione davvero impressionante. Se prima nella loro musica facevano capolino elementi post thrash e groove metal, a partire da “An Absence of Light” la musica della band Torinese è diventata gelida e nichilista, un black metal assolutamente old school. In quest’ultima fatica che porta il nome di “Fear Tension Cold” e che esce a pochi mesi dall’altro full “Ultimatum”, sempre sotto l’egida della Salute Records, la band piemontese ha forse raggiunto il suo apice a livello compositivo. L’album che dura poco più di mezz’ora è un vero inno al black metal puro e crudo, chitarre zanzarose e fredde tessono trame al limite della pazzia, la voce di Lord J. H. Psycho, poi, è a tratti disumanizzata e dona ancora più glacialità alle composizioni, che fra sfuriate in pieno stile norsecore, che mi hanno ricordato moltissimo per via anche per la produzione minimale e malsana i Beastcraft e momenti fottutamente thrash, qui invece ho scorto le influenze degli Aura Noire, fanno di “Fear Tension Cold” di sicuro il miglior lavoro della band torinese. Certo ci sono alcune pecche come il drum programming, che se da un lato dona ancora più freddezza e sinteticità al suono complessivo, dall’altro rende il lavoro ritmico troppo poco dinamico e stantio, ma sinceramente in un lavoro del genere non è che sia una difetto capace di affossare l’intero disco. Non ci sarà originalità, non lo metto in dubbio, ma non credo che Kosmos Reversum voglia sperimentare qualcosa di nuovo, il suo attaccamento al black metal è viscerale e profondo e ben vengano band del genere, se poi fra l’altro sono capaci di scrivere dischi con questo feeling e con questa malvagità. Un consiglio: se siete stanchi del black metal ortodosso e oltranzista, figlio della fine anni ottanta e dell’inzio anni novanta, vi consiglio di starne alla larga, ma se volete qualcosa di veramente genuino e passionale “Fear Tension Cold” è di sicuro l’album che state cerando.

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