Traffic Club, Roma – 28 Settembre 2014

L’ultima domenica di settembre a Roma è ancora estate e non so bene cosa fare. Al Traffic c’è una bella serata all’insegna del post rock, ma conosco solo gli ottimi Shores Of Null; mi sembra un ottimo motivo per andare e scoprire qualche nuovo gruppo.
Puntualissimi cominciano i pescaresi Eyelessight, autori di un Depressive Post-Black Metal davvero sorprendente. Il quartetto, avvolto da un alone di mistero, è composto da due ragazze alle chitarre, una delle quali si occupa anche delle vocals in scream e suona bendata (in onore del nome della band, immagino), un bassista/cantante che usa un riverbero per le voci veramente particolare e straniante, e un batterista. La band presenta pezzi vecchi e nuovi per circa 40 minuti di ottima musica. Davvero una sorpresa inaspettata goduta dai fino a quel momento pochi presenti.
Seguono gli Shores Of Null, ormai di casa al Traffic dopo il release party di giugno. La superband romana (composta da membri di varie band della capitale con l’aggiunta del singer Davide Straccione, in forza anche agli Zippo di Pescara) grazie a un’intensa attività live sia sul suolo italico che all’estero, ormai padroneggia il lato live molto bene, mostrando miglioramenti sia dal punto di vista tecnico che da quello della tenuta del palco. Viene riproposto nella sua interezza l’ottimo debut album Quiescence con un ordine differente. Si apre con Night Will Come per poi proseguire con l’ottima Ruins Alive. Non ci sono cali di tensione nei 45 minuti a loro disposizione, e vengono proposte in sequenza per chiudere il concerto il terzetto Times is a Wastelan, Kings of Null ed Eudaemonia. Impressione sempre più ottima per gli Shores of Null; adesso attendiamo un secondo album all’altezza del primo.
Dalla Scozia, salgono sul palco del Traffic i Falloch, autori di un Post Rock sulle orme di Agalloch o Alcest. Il quartetto con due voci molto riverberate, propone una setlist incentrata sull’ultimo album, This Island, Our Funeral. La presenza scenica un po’ carente, con i 4 giovani ragazzi che sembrano abbastanza imballati, denotando una certa freddezza. La musica non è affatto male, nemmeno particolarmente derivativa, con tappeti di tastiera, suonata dal chitarrista ritmico, utilizzati con parsimonia per accompagnare gli assoli di chitarra dal sapore vagamente folk. Nei 45 minuti a loro disposizione non mancano però momenti di stasi e di ripetitività della proposta, ma i margini di miglioramento per diversificare la buona proposta ci sono.
Tre chitarre. Questa è la prima sorpresa per un neofita come me dei Lantlos. Il quintetto tedesco propone un mix di post Black Metal e Shoegaze, che ricorda i compianti francesi Amesoeurs, e pur mantenendo grande compostezza, sembra essere molto contento della serata e della risposta del pubblico, più numeroso, a detta del cantante, del giorno primo a Bologna. Si comincia con due estratti da Agape, penultimo album della band, Intrauterin e Blood Lips & Paper Skin; i suoni sono molto buoni, come da ottima tradizione del Traffic, e il muro sonoro derivato dalle 3 chitarre è molto potente. La struttura dei pezzi è abbastanza simile, con una introduzione calma che sfocia in sfuriate post black con vocals in scream. Seguono 4 estratti dal nuovo nato in casa Lantlos, Melting Sun, che sembrano musicalmente più accessibili ed orecchiabili rispetto ai pezzi più vecchi. Momento di imbarazzo quando un problema tecnico alla chitarra del cantante blocca il concerto per alcuni minuti; si deve provvedere a trovarne un’altra nel backstage, mentre nell’attesa, il cantante consiglia al pubblico di andarsi a bere una birra. Il concerto di chiude con la riproposizione di altri due brani vecchi della band Bliss e Coma, degna fine di un’ottima ora di musica.
Serata riuscita, grazie anche a una discreta risposta del pubblico e alla sempre ottima organizzazione No Sun Music/Concerti a Roma/Traffic Club!

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