Troppo bravi i Korpiklaani. Troppo talento, entusiasmo, stile, per ridursi a Karkelo. Questo il motivo del voto non molto alto, che forse li penalizza ingiustamente: lo stesso disco, fatto da un gruppo di sconosciuti, avrebbe meritato un 4/5.
Purtroppo per loro però i Korpiklaani sono delle vecchie conoscenze e hanno dimostrato sin dagli inizi con Spirit Of The Forest di essere capaci di ben altra arte. Non che non ci si possa divertire, e Karkelo vuol dire proprio divertirsi, far festa.
Il disco certamente è festoso e spensierato, quasi da sagra. Però Spirit Of The Forest aveva melodia, era veloce, a tratti velocissimo, audace e sperimentale, vario. Così anche gli altri album, più o meno, fino a Korven Kuningas.
Oggi assisto invece ad un disco che vuole essere più pesante, più metallaro, ma che rinuncia alla velocità e alla varietà. Disco che probabilmente vuole essere anche commerciale, conquistare quella fascia di ragazzini distratti e poco impegnati nell’ascolto, che confondono il folk metal con il pirate, e vogliono solo saltellare e bersi qualche birra o vodka che siano.
Karkelo è piacevole e parte con il botto: Vodka è una canzone di grande immediatezza, così come Bring Us Pints Of Beer… tuttavia la tecnica sembra essere regredita e i suoni sono facilotti.
Il richiamo alla tradizione c’è, e in certe canzoni come Isku Pitkästä Ilosta e Huppian Aarre (a mio avviso la più bella tra tutte) si avverte con forza quell’autentico e unico sapore folk. Tuttavia la predominanza dei mid-tempo e l’assenza dei fiati (ma dov’è finito il flauto, così poetico e forestale??) condizionano il disco, appiattendolo.
So di cosa sono capaci gli amati Korpiklaani, li ringrazio per questo simpatico, bello e facile disco, in attesa che si rialzino dagli allori e riprendano possesso della loro arte e creatività. Non è ora di smettere, bensì di cominciare! I Korpiklaani devono dimostrare che possono esplodere e non implodere.

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