“Pilot” e’ l’album del ritorno di Kari Rueslatten dopo due lavori rilasciati soltanto nel nord europa (“Spindelsinn” e “Mesmerized”). L’ex cantante dei “The 3rd and the mortal” si presenta con un disco assolutamente diverso da quelli a cui ci aveva abituato, ma riesce ancora una volta ad emozionarci come pochi altri sanno fare…
Chiariamo subito che questo nuovo lavoro non ha quasi nulla a che fare col metal, la stessa parola “Gothic” che ho messo nel genere non definisce bene questo disco composto da 12 canzoni assolutamente originali definibili soprattutto come “minimaliste” ed “intimiste”. Gia’, perche’ Kari (che ha scritto e prodotto l’album nonche’ diretto in maniera maniacale il lavoro di svariati sessionmen che l’hanno accompagnata) si e’ imposta delle regole ferree e non ha mai permesso la sovrapposizione di troppi suoni nelle 12 composizioni di questo lavoro. Il risultato ottenuto e’ un album affascinante che non grida di essere ascoltato, ma lo sussurra…
E’ stupefacente quanto il songwriting sia vario, si passa da brani fortemente influenzati dal trip-hop (“Exile” e “Beautiful Morning”) ad altri in cui Kari canta senza accompagnamento (“Smile in your sleep”), passando attraverso pezzi simil-pop (ma di classe, come “River” o “Calling you”) e brani dalle melodie efficacissime e strane (“Denial”)… e il bello e’ che la qualita’ dei brani resta costante e altissima.
Punto di legame tra le varie composizioni e’, oltre all’essenzialita’ di cui ho parlato sopra, l’utilizzo dell’elettronica, che fa da contrasto alla stupenda voce della Rueslatten e la mette in risalto sopra tutto il resto. Ed e’ proprio la voce la chiave di volta su cui si basano le composizioni del cd. Kari e’ una delle piu’ belle voci che abbia mai sentito e interpreta queste canzoni in maniera davvero toccante, facendo trasparire quanto lei stessa senta i brani che ha scritto (allontanandosi dall’interpretazione eterea tipica del periodo con i “The 3rd and the mortal” e avvicinandosi allo stile di artiste come Tori Amos e Bjork, rimanendo comunque originale). Meritano una nota anche i testi, tutti molto personali e capaci di rendere il lavoro ancora piu’ personale e toccante.
Insomma, “Pilot” e’ un album profondissimo, impregnato di malinconia in ogni nota (quella malinconia che pero’ lascia una sensazione di “caldo interiore”), ma soprattutto e’ un disco che appare assolutamente sincero. Queste 12 canzoni sono l’accompagnamento ideale per i momenti di solitudine e riflessione, da ascoltare la sera prima di addormentarsi (magari in cuffia e al buio), ma sanno colpire l’ascoltatore anche alla luce del sole, donando tranquillita’ con quella sensazione triste e dolce di cui sono permeate…
Se ancora non si fosse capito ci troviamo di fronte ad uno dei migliori lavori usciti quest’anno e non posso far altro che consigliarlo a tutti gli animi piu’ sensibili, sperando che ora Kari resti con noi e continui a donarci la sua musica senza sparire per tanto tempo.

… and you should know that nothing ever stays the same,especially all the things we build in snow, like castles, horses, men and cities…

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