Finalmente! “Live in Manila” è per il sottoscritto un sogno che si avvera, la testimonianza tangibile di uno degli shows più attesi da molti anni a questa parte. Il concerto del Bang Your Head nel 2009 resta uno dei momenti più intensi nella mia carriera di spettatore e tuttoggi non nego che farei carte false per vedere la band all’opera ancora una volta; ,ma “Live in Manila” è anche il trionfo di Arnel Pineda, il sigillo mancante posto al momento giusto sulla sua straordinaria ascesa verso il successo: l’infanzia travagliata, la perdita dei genitori, la povertà e la vita di strada, la musica come via di fuga, il destino che porta Neal Schon ad imbattersi nei The Zoo, cover band dei Journey guidata dallo straordinario talento del singer filippino. Tutto il resto è storia recente, il ritrovato feeling con pubblico e critica grazie a quel piccolo capolavoro chiamato “Revelation”, la riconquista delle charts in patria, il tour europeo. Più che una storia, una vera e propria favola.
“Live In Manila” ripropone in maniera impeccabile lo show che i Journey hanno portato in giro per il mondo fra il 2008 e il 2009 e che ancora una volta ha saltato a piè pari il Bel Paese, criminalmente e ostinatamente poco ricettivo verso la band di San Francisco. In due ore e mezzo e due DVD c’è spazio per tutti i classici del repertorio journeyano, oltre a una nutrita selezione di brani da “Revelation”, tutti meravigliosi come su disco; ovviamente lo show è il trionfo di Arnel Pineda davanti al suo pubblico, il cantante gioca in casa e il significato, anche simbolico, è piuttosto evidente. Steve Perry resta indiscutibilmente una delle voci più belle di sempre, ma “the filipine guy” ha talento da vendere e mostra una disinvoltura degna delle più navigate rockstar nel tenere la scena. Ostinarsi a definirlo un clone del suo celebre predecessore, parere mio, denota incompetenza o peggio ancora presunzione perchè sì, rifarsi a un modello vincente è sempre più facile che reinventarsi del tutto, ma in due ore e mezzo questo piccoletto regala tante di quelle emozioni e sprigiona tanta di quella energia che neanche certi artisti più giovani di lui ma ben più quotati sono in grado di fare.
Schon e compagni invece pur non dovendo dimostrare nulla a nessuno mandano ancora a scuola ancora tanti illustri colleghi, Pineda o non Pineda; musicalmente la band è solida e precisa, inutile stare quì a ribadirlo, ma sarebbe crudele tacere sul talento di colui che è il vero motore della band, alias Mr. Dean Castronovo, batterista di immensa levatura e professionista con i controfiocchi, preciso, potente, straordinariamente a suo agio persino con le lead vocals (“Keep On Running“, “Still They Ride”). Uno che fa la differenza, senza tanti giri di parole.
Chi ha avuto la fortuna di vederli all’opera nel tour in questione avrà di che godere e se a memoria d’uomo la performance di Balingen fu persino più eclatante con un Pineda letteralmente indemoniato, non è il caso di fare troppo i sofisticati: lo spettacolo di “Live in Manila” è una vera chicca, l’ennesima dimostrazione di una classe sempreverde che non accenna a tramontare.
Chi se ne frega poi se non ci sono i contenuti extra e il packaging è ridotto all’essenziale, questo DVD testimonia la grandezza di una delle migliori rock band americane (se non la migliore). Considerato il prezzo accessibilissimo, l’imperativo non può che essere uno solo: fatelo vostro.

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