Uno dei principali fautori del movimento death melodico scandinavo sono, senz’ombra di dubbio, gli In Flames. Può un solo album ispirare un intero filone musicale? Beh, “The Jester Race” c’è riuscito appieno! In seguito, altri lavori del quintetto svedese, sono saldamente consolidati tra i “must” della scena. Con “Reroute To Remain”, la band decide di staccarsi in maniera sostanziale dal passato con un sound prettamente “nu-metalleggiante”, ottenendo diverse critiche sia positive che negative.
Dopo due anni, tornano alla ribalta con “Soundtrack To Your Escare” dove il distacco dallo swedish melodic death style ormai decretato, volge verso un metal più moderno ed allo stesso tempo più maturo rispetto al precedente lavoro.
Abbiamo raggiunto telefonicamente colui che potremmo definire l’elemento di spicco del combo, il singer Anders Friedèn, il quale ci spiega il perché di tale mutamento, i programmi attuali e le eventuali mosse future..

Ciao Anders come va?
Hi, non c’è male.. a te?

Tutto ok direi.. Parliamo un po’ del vostro nuovo album, “Soundtrack To Your Escape”: quali sono le principali differenze tra questo e i precedenti lavori?
Non ci sono vere e proprie differenze rispetto ai vecchi lavori, vi è solo un’evoluzione del nostro sound e una tendenza a raggiungere una personale perfezione stilistica, evitando di ripeterci album dopo album.
Sarebbe assurdo, dopo dieci anni di carriera, scrivere ancora gli stessi riff, gli stessi brani, non ne abbiamo la benché minima intenzione. Vogliamo fare musica che piaccia a noi e soprattutto che faccia divertire i nostri ascoltatori.

“Soundtrack To Your Escape” è un titolo un po’ bizzarro e strano… Cosa intendi con ciò?
“Soundtrack To Your Escape” è il bisogno che di tanto in tanto si ha di evadere dalla realtà quotidiana. Soprattutto quando sono in tour, mi capita di rilassarmi con le mie cuffie ascoltando musica di altri artisti e leggendo qualche buon libro, quindi, per un attimo, di fuggire dalla routine giornaliera, spesso densa di ansie e problemi.
La mia speranza, con questo album, è proprio quella di donare all’ascoltatore un momento di evasione dalla quotidianità e di ricaricarlo di positive energie.

Potresti stilare un bilancio della tua carriera dagli esordi fino ad ora? Sei soddisfatto dei risultati raggiunti durante questi anni?
Certo che lo sono!!! Abbiamo girato il mondo in tour: questo ci ha permesso di farci conoscere in svariati paesi ed essere sempre più acclamati dai nostri fan, quindi come potrebbe essere il contrario? Sono delle belle soddisfazioni che incentivano un musicista a migliorarsi sempre più e a dare tutto se stesso in ciò che fa.

Quali sono le tue maggiori ambizioni con gli In Flames?
Mmmmmm… Essere felice! (risate n.d.r). A cosa di meglio si può ambire se non di essere felici..

Eheh hai proprio ragione.. E quali saranno le vostre mosse promozionali per pubblicizzare il nuovo cd?
Abbiamo in programma, per il momento un piccolo tour europeo che toccherà ad aprile anche l’Italia, per un’unica data all’Alkatraz di Milano; inoltre, in questi giorni, ci stiamo muovendo per tutto il continente per il solito giro promozionale, interviste, conferenze e chi più ne ha più ne metta!

A riguardo della scena metal italiana cosa ne pensi? Conosci qualche band “nostrana” e quali sono quelle che preferisci?
Onestamente non conosco molto bene la scena metal italiana. Ti posso dire che apprezzo i Lacuna Coil e che li reputo anche il vostro massimo esponente all’estero. Con loro ho anche tenuto uno show nel vostro paese qualche mese fa, con l’altra mia band, i Passenger.
Per il resto non sono particolarmente informato purtroppo.

E vabbè c’era anche d’aspettarselo mio malgrado (Italia come terzo mondo del metal.. Sigh sigh..)
Tutti hanno notato in voi, a partire da “Reroute To Remain”, un mutamento stilistico e in molti si chiederanno a cosa sia dovuto..

Non è propriamente un cambiamento di stile il nostro, bensì una sorta di evoluzione nel nostro modo di fare musica verso sonorità più moderne. Questo però non significa esserci totalmente distaccati dal passato, continuiamo a suonare metal ma a modo nostro.

Ok, siamo in dirittura d’arrivo.. That’s all per quanto mi riguarda, chiudiamo in bellezza quest’intervista: desideri lasciare un messaggio a vostri molteplici fan italiani?
Yeah.. Comprate “Soundtrack To Your Escape” e non ve ne pentirete! (simpatico eh?:/ n.d.r.)

Ti ringrazio per la tua disponibilità e spero di risentirti in una prossima occasione.
Ok speriamo! Grazie mille a te, a presto! Byeeee!

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