E’ risaputo, la Norvegia in ambito estremo non è certo conosciuta per il death metal. A brucia pelo, l’unica band di una certa fama, fra l’altro riflessa, visto la militanza dell’ex Carpathian Forest ed Emperor Tchort sono i Blood Red Throne. Ora dalle lande gelate della terra scandinav, arrivano questi Horizon Ablaze, band di recente formazione che con “Spawn” arriva al debutto discografico su lunga distanza. Come accade a moltissimi album del genere, “Spawn”, pur essendo monolitico e cupo, scade spesso nella monotonia. I riff oltre ad avere quel senso di dejavù sono spesso abbastanza semplici e scontati, come la ricerca del groove che scade di frequente nell’anonimato totale. “Throne Of Trepidation”, “1941″, “Black Burden” o “Forged In Hate, anche se gradevoli al primo ascolto, ad un esame più attento risultano abbastanza stucchevoli e prive di personalità. La componente thrash fa capolino di tanto in tanto, ma la base old death è preponderante, nonostante l’album suoni moderno nella produzione e forse proprio questo accostamento stride non poco all’orecchio. Se il death metal norvegese non fa breccia nella scena estrema mondiale, diversamente per quanto capitato al black metal, un motivo c’è e quest’album ne è la prova.

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