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Non è sempre facile giudicare band emergenti, che fanno arrivare la propria demo nella speranza di un voto alto ed è qui che il giornalista esegue il proprio “lavoro sporco” cercando di analizzare il più possibile. Ebbene per la prima volta in tutto il mio operato giornalistico a livello del metal underground estremo italiano, ritengo di aver trovato una possibile band che, nel proprio piccolo, ha dato finalmente quella sferzata di aria fresca e innovativa rispetto al solito miscuglio che sono abituata a sentire e a ricevere sottoforma di album digitale o fisico.

Trattasi degli HELSLAVE band di Roma, di cui inizialmente ero piuttosto scettica quando ho ricevuto il press kit digitale e immancabilmente la frase nella mia testa fu la seguente: ” Ma sì, sarà una delle solite band da quattro soldi che prova a fare il solito death/thrash pasticciato e con ben poche innovazioni, comunque sia proviamo ad ascoltarli non si sa mai…” . E infatti con mia grande sorpresa, ascoltando i pezzi, mi sono ritrovata costretta a rimangiarmi la frase pensata qualche minuto prima.

Gli HELSLAVE producono “ETHEREAL DECAY” il loro primo EP contenente tre tracce, riuscendo perfettamente a dimostrare una spiccata originalità del suono, unendolo all’orecchiabilità dei brani. Quando “Ethereal Decay”, la prima traccia, parte a razzo nelle cuffie, è chiaro fin da subito che la band si rifà moltissimo agli InFlames, agli Entombed, ai Dismember, fino ai primissimi Kataklysm e qui iniziano a farsi sentire le prime sensazioni. Un cantante con un’ottima impronta vocale, vibrato preciso, pulito senza strappi e senza la benchè minima sbavatura. In “Hypocrite Messiah” la seconda traccia, invece si possono notare le abilità tecniche di entrambi i chitarristi che sembrano andare in un’unica direzione, viaggiando precisi  secondo un filo logico e sensato del suono che si riconduce fino al bassista anch’esso dotato di ottimo vibrato che riempie il brano. Ma la vera botta finale è nell’ultimo brano appunto “Helslave” che punta sullo stile del batterista, favoloso, potente e massacrante, 03:53 minuti di pestaggio estremo senza mai staccare i piedi dal doppio pedale, una micidiale ed estrema esplosione introduttiva che si sussegue fino al ritornello orecchiabilissimo e godibilissimo.  Il che non è semplice sempre da realizzare, ma il risultato è evidente dato che per tre giorni, mi sono canticchiata il ritornello tormentato della traccia omonima “Helslave” ovunque andassi.

ETHEREAL DECAY è un esclusiva, ed uscirà a giorni, ma è impossibile rimanerne delusi, in quanto per essere un lavoro autoprodotto è un’opera energica, nuova, giovane e fresca ed era ciò che ci voleva in tutta questa continua marmaglia di band sempre troppo uguali tra di loro, e questi cinque bei figlioli romani hanno tutte le carte in regola per sfondare.

 

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