Non lo nascondo, gli Heavenly li porto nel cuore dal primo bellissimo album. Il ritorno in pompa magna vero e proprio è stato con Virus, un album assolutamente impeccabile sotto tanti punti di ascolto, grintoso e violento a voler rimarcare che sanno essere anche belli potenti. E’ con immenso piacere che, con pochissima pubblicità, ho scoperto dell’uscita di questo nuovo Carpe Diem, la cui copertina farà la felicità di tanti maschietti, a differenza della bruttina di Virus.
Cosa ci avrà riservato Ben Sotto questa volta? Eh si perchè fino ad ora, pur rimanendo ancoratissimo al power sinfonico, ogni album differisce anche di parecchio dal precedente. E questo è veramente un bene anche se qualcuno potrebbe rimanere disorientato dalla varietà proposta.

Lo dico subito. Carpe Diem è un capolavoro!

Se siete tra quelli come me che amate alla follia il power, intrinsicamente giosioso che brinda alla vita, senza voler essere a tutti i costi impegnato, fatto apposta per il sano divertimento proseguite tranquillamente la lettura. Se pensate al contrario di quanto appena scritto, che un album debba essere a tutti i costi originale (nel 2010???), odiate a morte il power trito e ritrito, state tranquillamente al largo da questo album… Che leggete a fare questa rensione allora?

Carpe Diem è l’album power del 2010, racchiude in sè tanti e tali stili del genere da rendere Ben Sotto il collante necessario affinchè gruppi quali Queen, Gamma Ray, Helloween, Avantasia, Angra, e butatteci dentro qualunque altro gruppo convivano alla perfezione.
Ben Sotto dimostra altresì tutta la sua versalità nel passare da uno stile all’altro, con scioltezza, senza mai cali modellando la voce al brano e mai il contrario. Non crea la musica in base a ciò che riesce o può fare con la sua ugula. Parte dalla struttura musicale, sia essa Queen che Hello-Ray, e crea vocalizzi semplicemente magnifici per le mie orecchie.

Prendiamo Farewell, tanto simile a The Silence dei Gamma Ray, ma con un gusto e una verve quali i Gamma Ray non sono riusciti ad arrivare. Fullmoon dal forte sapore heavy rock, la magnificenza sinfonico pianistica di A Better Me, l’aggressività di The Face Of Truth sono solo alcuni esempi della varietà della proposta dei francesi.
Su tutti da segnalare Ode To Joy con l’omonima partitura di Beethoven, un brano che sfocia nel più classico power helloweeniano, brano che sarebbe stato benissimo in uno qualunque dei due Keeper (il terzo è solo una finzione). Potreste essere indotti in errore nel pensare che in questo brano ci sia un qualche duetto tra Sotto e Kiske, c’è solo Sotto. Altro brano di rilievo è Ashen Paradise, che rappresenta ciò che gli Stratovarius mai più scriveranno.
Heavenly per sempre. Viva l’happy metal!

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