Un nuovo gruppo italiano si affaccia sul mercato discografico, anche se i componenti non sono per niente dei debuttanti, in particolare Roberto Tiranti e Alex De Rosso. Entrambi sono occupatissimi in tanti e svariati progetti musicali e hanno unito le loro forze e le loro idee per registrare questo debutto autointitolato Headrush.
Onestamente non sapevo bene cosa aspettarmi, anche se sospettavo che potesse essere qualcosa di power visti i trascorsi di Tiranti, ma allo stesso tempo poteva essere qualcosa di Hard Rock. Quest’ultima possibilià si è rivelata quella giusta.
L’Hard Rock presentato dai nostri connazionali è una vera bomba! Godibile, orecchiabile al punto giusto, dolcezza e grinta miscelate con maestria.
Certo, non è un capolavoro di originalità, ma la qualità presente nelle dodici tracce è alta, così come ottimale sono la produzione e la registrazione.

Si inizia subito con una bellissima “My World” che ricorda un pò i Mr.Big, seguita da una variegata “Not Just Anyone”, dolce e grintosa nello stesso tempo.
Di sicura presa anche “Ordinary Man”, “All In Crime” (stupendo il ritornello ricco di energia) o anche la più metallica “Catch 22”.
Il problema di questo album è stato per me uno solo: difficilmente riuscivo a premere stop o a saltare qualche canzone per passare a quella successiva. L’ho ascoltato svariate volte dall’inizio alla fine, canticchiando da subito le melodie.
Quindi dopo l’ottima successione dei primi sette brani si continua con un alto senso della melodia e della drammaticità in “Silence”, un brano tanto semplice quanto struggente. Ma c’è poco spazio per riposarsi perchè arriva subito il potenziale hit “Young”, in cui si mette in maggiore mostra la grinta di De Rosso, che però in questo album pecca di poco solismo. Non che non sia presente, sia chiaro, ma ha preferito concentrarsi più sulle parti ritmiche e di accompagnamento trascurando quindi i soli. Anche se, i brani più “guitar oriented” sono a mio avviso proprio quelli messi in coda come la bellissima “Get Off The Dime” o l’acustica “‘Til I Know” in cui il paragone per Tiranti con Eric Martin, non è poi così azzardato.
Devo essere onesto, Tiranti lo apprezzo molto, ma molto di più, come cantante Hard Rock che come cantante Power. Ha tutta un’altra impostazione che più si addice alla sua voce, riuscendo ad eccellere in particolare nei brani più soft e melodiosi, e in cui ci vuole maggiore impegno per coinvolgere e colpire al cuore l’ascoltatore.

Mi piacerebbe pensare che questo Headrush non sia un progetto parallelo destinato a concludersi con un solo album. Perchè il risultato ottenuto con le canzoni presentateci è veramente molto buono… e quindi perchè buttare la possibilità di regalarci altri ottimi brani?
Per tutti gli amanti dell’Hard Rock soft ma grintoso, ma non solo per loro.

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