Alcuni artisti compongono le proprie liriche in base alle loro canzoni; ma ci son dei casi in cui si fa un discorso inverso. E’ il caso degli Hate Profile, band guidata da Amon 418, polistrumentista e autore di tutte le liriche, coadiuvato per l’occasione dal batterista Grom, ex Ancient e adesso negli strepitosi Hortus Animae. Il progetto Hate Profile nasce dall’intento di adattare in musica un concept di stampo esoterico concepito ( consentitemi il gioco di parole ) dal cammino spirituale e personale intrapreso dallo stesso Amon; tale concept è suddiviso in tre capitoli il cui primo è intitolato “The Khaos File”.
Musicalmente parlando, ci troviamo di fronte ad un black metal gelido ed oppressivo, ispirato ai Satyricon e al Burzum dell’era sperimentale, ma anche articolato e ricco di spunti interessanti. Un black metal ben lontano dalla violenza fine a se stessa e che si contraddistingue dalla massa per un’accurata ricerca sonora. Si va dalle classiche sfuriate a momenti più introspettivi, questi ultimi rispecchiano al meglio la sfera concettuale di Amon, con riffs oscuri e sinistre parti di synth che donano alla loro musica un tocco di modernità che non guasta. Per non parlare poi della performance dietro le pelli di Grom, che con il suo stile aggiunge quel tocco di personalità che rende le canzoni qualcosa di unico, smentendo a sua volta coloro che vedono nei batteristi black metal gente priva d’inventiva; un vero e autentico mostro delle pelli. Un disco assolutamente imperdibile.

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