Debutto discografico per questo gruppo lombardo nato nel 1997 e dedito ad un Heavy Metal di matrice anni ’80-’90 con testi fantasy ed epici cantati in italiano. Nel 1999 la voglia di suonare del gruppo è premiata con la realizzazione del loro primo demo che viene recensito molto bene dalla rivista Psycho ed è anche inserito in una delle compilation Psychosonic. Il gruppo inizia quindi una frenetica attività live per acquisire esperienza e per fare la cosiddetta “gavetta”. Dopo aver dovuto subire i proverbiali cambi di formazione, la line-up del gruppo si consolida definitivamente e nel 2005 viene dato alla luce il debutto “Guardiani di Frontiera. A difesa del gruppo c’è da dire che il solo fatto di aver scelto di cantare in italiano dimostra quanto il gruppo abbia fiducia in se stesso e nelle proprie capacità. Infatti, molto spesso la lingua italiana non è associata all’Heavy Metal. Ma questo non è il caso dei Guardiani di Frontiera che riescono in maniera quasi alchemica a miscelare testi e musica. Ascoltare il loro album è come intraprendere un viaggio in un mondo fatato, in cui la musica è il traghetto che ci conduce in quest’epica avventura che si concluderà solamente con le ultime note dell’ “Epilogo”. L’album si apre con “La Veste Nera”, brano ispirato dalla saga di Dragonlance e che racconta in maniera breve la storia del personaggio principale della saga, “Raistlin” e caratterizzato da un ritmo molto sostenuto inframmezzato da un assolo molto armonioso e melodico. Seguono a ruota una serie di brani al fulmicotone che riportano alla mente i capolavori metal della scena anni ’80: “Guardiani di Frontiera”, pezzo in pieno stile Heavy Metal anni ’80 con riff molto graffianti e coinvolgenti, che alterna in maniera magistrale stacchi, cavalcate, rallentamenti e ritornelli. Ottimi i due assoli finali che lo rendono veramente esaltante, “Inganno”, ricca di armonizzazioni e cambi di tempo, con la batteria a farla da padrone ed un finale incalzante fatto di cori incrociati, “Elfo Oscuro”, altro brano ispirato dalla saga di Dragonlance in cui un velocissimo riff di chitarra introduce l’ascoltatore in un ritmo serrato con stacchi che tolgono il respiro e non concedono tregua, “Jedi”, ispirato alla trilogia di Guerre Stellari, caratterizzato da una voce narrante sintetica, da cori ed arpeggi che introducono a dei cambi tempo che lo rendono molto orecchiabile. Gli unici momenti atmosferici dell’album sono rappresentati da “Sotto Le Stelle”, anch’esso ispirato alla saga di Dragonlance e che narra la storia d’amore tra Gilthanas e Silvara. Ottimo pezzo caratterizzato da un ottimo arpeggio, con il basso che crea un tappeto sonoro per lo splendido cantato che si esalta nel ritornello molto orecchiabile. Senza dimenticare il magistrale assolo finale e da “Alba”, un intermezzo strumentale caratterizzato da un magistrale incrocio tra pianoforte, violini e timpani che narra l’addio tra Gilthanas e Silvara. Chiude questo splendido debutto “Viridiana”, pezzo ispirato dalla saga di Shannara e caratterizzato da dei continui cambi di tempo che lo rendono molto melodico. Per concludere posso dire solamente che questo gruppo, a mio giudizio, di stoffa ne ha tanta e spero possa avere l’occasione di poter dimostrare tutto il suo valore. Quest’album lo consiglio sia a chi adora il Metal anni ’80 sia a chi, pur non conoscendolo, si voglia avvicinare a questo genere che fa della melodia e dell’energia i suoi marchi di fabbrica.

A proposito dell'autore

Post correlati