Se vi piacciono i vecchi Sepultura e ne sentite la mancanza tanto da non dormire la notte da quando Max Cavalera, allora o siete morti per l’astinenza da sonno, oppure gioite perché avete appena trovato un valido surrogato, gli italiani Ground Crasher. Certo, alcune soluzioni richiamano anche il death metal più propriamente detto, soprattutto nei fraseggi del bassista Drughi, ma in generale ci troviamo di fronte ad un gruppo che tenta di copiare il sound dei quattro brasiliani in modo piuttosto fedele. Negli otto pezzi di “Across The Impact” si viaggia con grande senso del groove, alla ricerca di soluzioni brutali e, parafrasando il titolo stesso, il più possibile d’impatto. Ciò che ne esce non è un risultato malvagio, ma risente molto del fantasma del passato il quale si aleggia pesante sul gruppo varesino in ogni solco del disco. Con tale affermazione è mia intenzione ribadire che, se si cerca di riproporre qualcosa che è già stato fatto, lo si deve fare con grande padronanza dei propri mezzi e con umiltà, ma soprattutto con delle canzoni valide. A questo proposito i brani dei Ground Crasher zoppicano un po’, quel tanto che basta per abbassare il giudizio del loro primo demo alle soglie della sufficienza, rispettabile traguardo, ma non oltrepassato in alcun momento. Ovviamente stiamo parlando di un gruppo che ha registrato la sua prima uscita ufficiale, quindi il tempo è dalla parte di questo quintetto, ma ci dev’essere la voglia di imparare dai propri errori, quali essi siano, e di saper crescere con convinzione e dedizione alla causa. Se i Ground Crasher rispetteranno questi parametri allora ne sentiremo presto parlare ed anche in termini lusinghieri, altrimenti rischiano di rimanere l’ennesima band tra le tante che affollano il panorama underground estremo della nostra penisola.

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