“Gibby Haynes and His Problem” è il progetto solista del frontman dei Butthole Surfers. Ora, diciamolo subito, io non conosco poi tanto bene questo gruppo, so per sentito dire che i dischi di questa gente erano basati su un’estetica malata ed esagerata (immagini di peni recisi, freaks, donne nude con la barba ed infantilismi del genere esposti con ironia ma anche autocompiacimento) e che non disdegnavano riferimenti alle droghe più acide. Questo side project dal titolo omonimo probabilmente è una versione più “easy” di quanto fatto col gruppo padre. In questi solchi c’è infatti parecchia psichedelia, si trova un forte sapore sia dei ’60 che dei ’70 e a vedere dal sito l’estetica malata c’è ancora (meno estrema però), solo che non spaventa. Ho sempre sentito parlare dei Butthole Surfers come di provocatori un po’ fatti, qua invece ci troviamo di fronte ad un album che vuole apparire “storto” ma che è estremamente ruffiano.
L’opener “Kaiser” mette subito le cose in chiaro: melodie accattivanti che si stampano subito in testa sono arricchite da un retrogusto psichedelico e retrò dando vita ad un brano riuscito e che si fa ascoltare con piacere, ma decisamente fatto per piacere a molti. Discorso simile vale anche per “Charlie”, uno dei pezzi che più mi è piaciuto.
Poi qualche cosa più strana c’è, “Stop foolin'” si apre con dell’elettronica psichedelica molto settantiana che si trasforma poi in una specie di ballata dal gusto retrò, “Dream Machine” è una specie di nenia dal sapore un pò western, “Superman” sembra una canzoncina per bambini a cui è stato fatto un trattamento per renderla malata (ma non troppo) e “Woo” fa pensare al country. In ognuno di questi casi però il tutto è realizzato in maniera tale da risultare sempre catchy ed accattivante e non spaventa di certo (in “15000” sembra addirittura di sentire i R.E.M.).

Insomma, ormai dovreste averlo capito… “Gibby Haynes and his Problem” è un album piacevole che vuole apparire più “storto” di quello che in realtà è, non so come potrebbero reagire i fan dei Butthole Surfers (come ho detto, le mie conoscenze musicali non mi permettono un confronto coi vecchi lavori di Gibby Haynes) anche se ho la sensazione che non apprezzeranno questa uscita. Per tutti gli altri però, qualora si apprezzino le spruzzate di psichedelia e di gusto retrò, magari qualche ascoltata questo disco la merita. Fermo restando che non è di certo un capolavoro.

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