Secondo full lenght per i teutonici Final Breath, the german thrash metal war machine (vengono pubblicizzati così dalla Nuclear Blast), con tanto di line up rinnovata (il vecchio cantante Michael Imhof ha lasciato il gruppo x esser poi sostituito da Jurgen Aumann). La proposta è un thrash/death metal assai violento, ben suonato ed ispirato a gruppi quali Kreator, Destruction e Slayer. Quindi nulla di originale e nulla che faccia gridare al capolavoro, bensì un disco coinvolgente e soprattutto un disco di buon thrash metal (cosa abbastanza rara oggi).
Tralasciando l’opener si comincia subito con la title track che mette in risalto tutta la violenza che questi questi cinque tedeschi riescono a sprigionare suonando incazzati come belve (ascoltandola mi vengono in mente i Terror 2000 data la velocità di esecuzione), confezionando riffs affilati come rasoi. La seguente “Killed by Lust” ci offre il lato più oscuro della band, un ritmo a tratti lento, il cantato quasi parlato ed i breaks e le accellerazioni (quasi a fine canzone) creano un’atmosfera davvero accattivante. Si prosegue con la lunga “Break Down” che con i suoi quasi 7 minuti di durata risulta essere una degli episodi più convincenti del disco, forse perchè è uno fra gli episodi più personali del disco. La cosa che colpisce di più è l’abilita con la quale, in una canzone, riescono ad amalgamare i mid-tempo con le parti più veloci, senza farle mai apparire come “messe li per caso”.
“Nondescript” risulta essere la meno convincente (in questa canzone vengono quasi abbandonate le radici thrash della band) e, soprattutto, la meno diretta dell’intero disco data la lentezza della parte iniziale. Con la veloce “White Prison” e con la cadenzata “When Love Turns to Hate” si torna su livelli compositivi medio-buoni.
Affiorano le radici slayerane dei Final Breath in “The Punisher”, l’episodio più violento dell’intero disco, in cui chitarre, basso e batteria viaggiano a velocità supersoniche e dove il guitar solo confessa il suo amore per Kerry King. “To Live and To Die” riuscirà a stregarvi, con il suo ritornello accattivane e con la sua alternanza di riffs tipicamente heavy ad altri più thrash (in questa canzone la componente death è tralasciata completamente).
Conclude la buona “Careless”, la quale ribadisce il fatto che “Mind Explosion” sia un buon disco, composto in gran parte da canzoni davvero belle, che potrebbe far gola a molti amanti dal genere (coloro che riescono a metter da parte l’aspetto dell’originalità).
Dimenticavo il cover artwork, avrebbero potuto fare sicuramente di meglio!

A proposito dell'autore

Post correlati