E\’ ormai appurato che il 2010 sarà ricordato come l\’annus mirabilis del thrash: le formidabili uscite di Overkill ed Heathen, le reunion di Anthrax e Megadeth, il Sonisphere tour dei “Big Four” costituiscono i tangibili segnali del risveglio di un genere che è riesciuto nell\’impresa di risultare attuale a venti e passa anni di distanza senza snaturarsi. Vado a spanne, ma credo che nessun dei sottogeneri appertenenti alla grande famiglia dell\’heavy metal sia riuscito a resistere tanto bene al passare degli anni.
All\’adunata generale non potevano mancare gli immarcescibili Exodus, una band che nell\’arco dell\’ultimo quinquennio ha contribuito in maniera significativa alla rinascita di questo genere. Anche loro come tanti altri, senza stravolgere quanto fatto, piuttosto reinventando uno stile facendo tesoro della propria esperienza unita (parere strettamente personale) ad un intelligente utilizzo della tecnologia in studio. Non da meno, riportando il thrash alla sua dimensione migliore e più autentica: quella live, ove la band di Gary Holt non è seconda a nessuno.
Insomma, se li credevate in panciolle dopo la pubblicazione del devastante DVD “Shovel Headed Tour Machine” sarette costretti a ricredervi alla svelta. Con una formazione ormai stabile e oliata alla perfezione gli Exodus oggi sono una perfetta macchina da guerra che può permettersi di fare praticamente quello che vuole, almeno nel proprio campo. La band continua imperterrita a regalarci dischi di puro e incontaminato thrash targato Bay Area e sembra acquisire ad ogni release quel tocco in più di esperienza che rende il risultato finale ancora più appetibile. “Exhibit B” è un disco che ricalca i suoi immediati predecessori nella forma e nei contenuti, caratterizzandosi quindi come album estremamente vario in cui la band predilige ancora composizioni medio/lunghe pur senza spingersi fino alle divagazioni di un pezzo come “Bedlam” dell\’album precedente.
Come prima e più di prima i testi sono da codice penale e costituiscono uno sguardo crudo e feroce sul lato oscuro del mondo contemporaneo: le pulsioni criminali dell\’iniziale “Ballad of Leonard and Charles” giocano sul contrasto di una delicata intro acustica e terrorizzano tanto quanto i massacri nella scuola di “Class Dismissed”. Niente compromessi né peli sulla lingua, persino la forza morale di raccontare, con una immediatezza di linguaggio che lascia basiti, il massacro di Nanchino (“Nanking”) o il destino di inesorabile decadenza che attanaglia la nostra civiltà (“Burn Hollywood Burn”, “Downfall”). La produzione è semplicemente perfetta, quanto di meglio si può chiedere per dischi come questo che hanno come unico obiettivo di staccare la testa dal collo dell\’ascoltatore, e non può non venire alla mente la copertina di “Headed Shove Kill Machine”, ispiratissimo album targato 2005, dominata da un carro armato che semina morte e distruzione, proprio come la musica degli Exodus. Quelli che andranno al Gods Of Metal e che non hanno mai visto la band all\’opera sono avvertiti!
Non c\’è molto altro da aggiungere: con queste premesse le conclusioni potrebbero sembrare scontate e in parte lo sono ma questo, a conti fatti, non è certo un problema. Let there be thrash!

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