Gli Ex Deo rappresentano una mosca bianca nel panorama epic: in una musica dominata dalle tradizioni nordiche, loro parlano di Roma e di quanto potente ed influente essa sia stata. La spiegazione di questo fenomeno è da ricercare nelle radici di Maurizio Iacono, già cantante dei Kataklysm, che ha voluto riscoprire le proprie radici italiane, nonostante sia nato in Canada e risieda ormai da diversi anni a Chicago. Ad accompagnarlo in questa avventura c’è la famiglia Kataklysm al gran completo più altri validi musicisti che completano un organico desideroso di farsi strada nel mondo del metallo epico. Discutiamo, in occasione della calata italica coincidente col Gods Of Metal, di questo e di altro proprio con Maurizio, il quale, con un ottimo italiano, pone l’accento sulle intenzioni e sulle ambizioni di quello che era nato come un progetto estemporaneo, ma che si è rapidamente trasformato in un vero e proprio gruppo destinato, speriamo, a durare a lungo.

La prima domanda è a proposito della posizione che ricoprite all’interno di questo festival: com’è essere un opener?
Ci è pesato un po’, in effetti. Personalmente avrei preferito suonare un po’ più tardi, ma il progetto Ex Deo è ancora poco conosciuto in Italia, mentre gli altri gruppi tipo i Sadist sono molto più noti e meritano la posizione che hanno avendo anche più dischi alle spalle. Quindi abbiamo dovuto fare così oppure decidere di non suonare, ma per me è stata un’esperienza buona e c’era già parecchia gente nonostante l’ora. Probabilmente il fatto di aver fatto anche il Paganfest l’anno scorso (unica tappa a Milano il 30 settembre del 2009, nda) ha attirato molte persone e fa piacere vedere che tutti apprezzano la nostra musica.

“Romulus” è fuori da un anno e voi siete ancora in tour per promuoverlo. Possiamo dire che ha quindi avuto un buon successo…
Si, è andato molto bene e ne siamo molto contenti. I primi sei mesi ha stentato un po’ a decollare perché si tratta di un progetto nuovo e la gente non ne sapeva molto, però le vendite in un anno sono state buone e sia io che la nostra etichetta siamo soddisfatti. Sinceramente non mi aspettavo addirittura che le cose andassero così bene, per me era un progetto che doveva durare lo spazio di un disco, qualcosa per ritrovare le mie radici e per raccontare l’affascinante storia di Roma. Spiegare al mondo che non esiste solo il viking per me è importante, far capire che Roma è stata influente e, perché no, dare anche un piccolo sfottò agli scandinavi, eheh! Scherzi a parte, non pensavo che gli Ex Deo potessero arrivare dove sono ora, tieni conto che in America stiamo andando benissimo, faremo presto un tour come supporto dei Nile così Egitto e Roma si incontreranno un’altra volta, almeno idealmente.

Nell’album Nergal canta in “Storm The Gates Of Alesia”, Karl Sanders suona in “The Final War (The Battle Of Actium)” ed Obsidian C. fa lo stesso in “Cruor Nostri Abbas”. Cosa pensi di queste persone e delle loro rispettive band?
Se non rispettassi e conoscessi queste band, non se ne sarebbe fatto nulla. Nello specifico sono tutte e tre persone molto creative ed hanno molti elementi storici nella loro musica: i Nile con l’Egitto, i Keep Of Kalessin che parlano di antichità e nei Behemoth c’è anche molta storia di Roma, tipo in “Cristians To The Lions” (brano tratto da “Thelema.6”, nda). Con Nergal poi c’è un ottimo rapporto e parliamo molto tra di noi di Storia e di come tutto ruoti intorno a dei cicli storici ben definiti. Una cosa su cui siamo, ad esempio, d’accordo è sul fatto che la religione abbia portato solo guai, specialmente in Italia.

E che cosa mi dici a proposito dell’idea di filmare un Dvd a Roma? So che qualche mese fa ci stavi pensando…
È una cosa che voglio fare, ma è ancora troppo presto e ci vuole almeno un altro disco. La situazione ad oggi è questa: al MetalCamp ci fanno suonare per ultimi mentre qui siamo primi. In Slovenia ci fanno suonare parecchio, ma il disco dura solo un’ora e così stiamo pensando di fare 45 minuti, chiudere e poi fare qualche canzone dei Kataklysm. Quello che voglio dire è che là ci danno questa opportunità dopo un solo disco, mentre a Roma non voglio suonarci finché non raggiungeremo un altro livello in Italia, finché non sarà possibile farlo alla grande. Potremmo prendere una location tipo un colosseo abbandonato o qualcosa del genere per poi filmare lì un Dvd che potrebbe chiamarsi “All Roads Bring To Rome” o simile. Voglio che sia una cosa speciale, non andare lì e far pensare che Roma sia una merda, dev’essere qualcosa fatto in grande e l’ho già detto all’agenzia, altrimenti non se ne farà nulla.

Ci sono già delle idee per il successore di “Romulus”?
Si, c’è già qualche idea e verso la fine del 2011 dovremmo trovarci per finire di scriverlo per poi farlo uscire nel 2012, se saremo ancora vivi, ahah! Comunque approfondirà ancora di più la storia di Roma, sarà più grandioso e più epico, mentre “Romulus” era solo un’introduzione alla cultura dell’Impero Romano e vi sono presenti personaggi che la gente conosce tipo Giulio Cesare e Romolo. Col prossimo lavoro andremo più a fondo inserendo anche la storia di Caligola e cose che magari non tutti conoscono così bene.

La tua passione per la storia dell’Impero Romano è testimoniata dal fatto che hai la parola “Invictus” (tradotto dal latino significa “non vinto”, anche se è spesso usata per dire “invincibile”, nda) tatuata sul tuo braccio sinistro. Che cosa rappresenta per te la storia italiana?
Per me è stata la nascita della civilizzazione e non credo che la gente capisca quanto importante sia stata quell’epoca, sia per quanto riguarda i romani che per i greci. Ad esempio il film 300 è importante perché, anche se non è storicamente esatto, se non fosse stato per quegli uomini che hanno rallentato l’armata persiana, non ci sarebbe stato tempo per ricostruire l’esercito spartano per poi combattere la vera battaglia. Sarebbe stata la fine della democrazia ed oggi tutto sarebbe completamente diverso, ma grazie a quelle persone nel presente abbiamo la nostra libertà. Certo, vi sono state anche cose negative come dittatura ed imperialismo, ma la base buona è nata lì. Poi è entrata in gioco la religione ed ha distrutto tutto. Costantino l’ha resa popolare e così facendo ha rovinato tutto quanto di buono era stato fatto prima. Dopo di questo, in nome di Dio sono state uccise tantissime persone innocenti e purtroppo questo accade ancora oggi.

Esattamente di che paese sei originario? Vieni spesso a trovare la tua famiglia?
Io sono nato a Montreal, nel lato francese del Canada, ma mia madre è di Bari e mio padre è catanese. Sono qui ogni sei mesi, ad esempio a gennaio ero in Sicilia con un mio amico per fare una vacanza a Palermo e per andare poi a trovare la mia famiglia. Ho anche un cugino nella zona di Ravenna che è qui oggi. Diciamo che ho due famiglie: una in Canada ed una qui in Italia, anche se mia mamma dice che sono stato fatto qui, anche se sono nato lì, eheh!

Pensi che le persone di tutto il mondo apprezzino la cultura italiana che tu e gli Ex Deo portate loro?
Molto. Non ero sicuro di come sarebbe andata in Germania perché i Kataklysm da quelle parti sono molto forti, ma non sapevo come sarebbe stato accolto questo progetto. Alla fine è andata benissimo sia appunto in Germania che in Paesi come il Belgio e la Francia nonostante la canzone “Storm The Gates Of Alesia” (il brano narra della battaglia consumatasi ad Alesia, città francese di tuttora dubbia collocazione e che viene menzionata nel De Bello Gallico di Giulio Cesare, nda). Però ci devi mettere un po’ di humor, ad esempio faremo fare le nuove magliette con l’immagine di un soldato romano preso dal fumetto Asterix & Obelix e con la scritta “Sono Pazzi Questi Romani”. Ecco, una cosa del genere in Francia è accettata.
Personalmente credevo di avere più problemi in Italia perché qui si mette tutto sulla politica. In occasione del Paganfest a Milano ho dovuto interrompere il concerto dopo i primi due pezzi per spiegare che quella che narro è la Storia nostra, dell’Europa e del mondo intero. Oggi ho deciso, per esempio, di non utilizzare le aquile di scenografia perché potrebbe esserci gente che interpreta questo come un segno di propaganda fascista o nazista, ma costoro devono capire che cos’è l’aquila: si tratta di un rapace che vede il proprio nemico da miglia di distanza. È un simbolo che i tedeschi hanno poi rovinato ed è storia recente, di 60 anni fa, ma io non faccio queste cose per politica, non ci penso nemmeno.
La Roma di oggi è l’America: se tu vai a vedere la Casa Bianca, ci sono molte similitudini col Pantheon; se leggi le scritte sui dollari, esse sono in latino, non in inglese. Roma non è mai stata distrutta da nessun nemico perché è rispettata, nemmeno nella seconda guerra mondiale ci sono riusciti. La cosa che non mi piace dell’Italia è che non c’è orgoglio, non c’è voglia di fare fronte comune nelle cose, ma ognuno pensa per sé ed il fatto stesso che sia un Paese diviso tra Nord e Sud non è per niente bello. Forse sarebbe giusto imparare a credere nel cambiamento, ma mi rendo conto che non è affatto semplice…

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