A quindici anni di distanza dagli esordi doom, i polacchi Eternal Deformity hanno fatto davvero parecchia strada. Innanzi tutto, ora suonano un metal estremo di stampo avantgarde (da loro stessi ribattezzato twisted metal circus) decisamente libertino e personale, in cui convergono sonorità e influenze artistiche disparate, sperimentazione e un vago sentore di follia. Tutto questo quando è in uscita il loro quarto lavoro ufficiale, l’ottimo ‘Frozen Circus’.

Un CD assolutamente intraprendente e ricco di soluzioni ispirate, che si fa gioco di ogni possibile paletto stilistico andando a miscelare gothic, progressive, doom ed extreme metal in una sorta di indefinibile proposta sonora. ‘Frozen Circus’ si nutre, dunque, di originalità e spavalderia, risultando al contempo estremamente ambizioso e ricco di sfumature fascinose. Il gusto per suoni e arrangiamenti particolari, la necessità di ricreare scenari circensi e un songwriting frastagliato e assolutamente malizioso sono tutti elementi preponderanti in un lavoro di questo tipo, in cui ogni singolo interprete è chiamato a bissare il lavoro eccelso di ogni suo collega. A volte vicini (per sonorità e immaginario visivo) ai fenomenali Arcturus, i cinque polacchi riescono comunque a ritagliarsi un campo d’azione assolutamente personale e ben distinguibile, in cui espletare il proprio credo artistico in ogni singola sfaccettatura. In questa ottica, ogni episodio diventa un po’ il manifesto di se stesso: inutile, dunque, citare un solo brano a rappresentanza dell’immane bravura della band e del suo operato musicale. Tutto è destrutturato è poi ricomposto sotto altra forma sonora, dietro la supervisione dei cinque geni polacchi e del demone che li governa.
La Code666 si conferma etichetta elitaria nel campo, avendo proposto alla compagine di Announcer un contratto di addirittura tre album. Come dargli torto?

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