Dopo tre anni dallo stupendo “Destroy The Opposition” tornano ad opprimerci con le loro tonnellate di riff gli americani Dying Fetus. Band strana che, nonostante abbia inciso ottimi dischi (veri e propri calci in culo a decine di band brutal), non è ancora riuscita ad emergere dall’underground. Di esperienza ne hanno da vendere, esperienza accumulata grazie ad anni ed anni di gavetta (e si sente!) e, se il precedente “Destroy The opposition” venne accolto dalla critica egregiamente, il nuovo “Stop At Nothing” non farà altro che confermare la bravura di questo piccolo grande gruppo.
Brutal di altissimo livello quindi, condito da una tecnica esecutiva a dir poco esaltante ed un songwriting di tutto rispetto. 30 minuti in cui verremo realmente scossi da un muro sonoro di dimensioni epocali durante i quali la voce a tratti ultra-gutturale e a tratti in screaming di John recita, a differenza dell’80% di band brutal, testi di tutto rispetto senza fossilizzarsi su tematiche porno-gore-splatter.
Sin dalle note iniziali di “Schematics” verremo travolti da una violenza sonora inaudita. Nessuna sosta, niente riposo per il nostro povero cranio martoriato, niente compromessi.
L’intento dei nostri è colpirci in pieno volto… e ci riescono alla perfezione! Otto composizioni di puro brutal metal, ricco di accellerazioni a tratti grind e condito da grandi guitar-solo (anche se sento la mancanza del vecchio chitarrista).
Se riesce impossibile trovare un difetto in “Stop At Nothing” è anche vero che ci sono canzoni che emergono, vuoi per complessità (ad esempio le ritmiche articolate di “Abandon All Hope”) vuoi per pura violenza (come ad esempio la ultra-tirata “Onslaught of Malice” nella quale il batterista raggiunge velocità disumane!). Altro esempio di complessità potrebbe essere la title-track, un mid-tempo granitico e mastodontico condito da accellerazioni tanto improvvise quanto esaltanti, valanghe di riffs e dal cantato da cavernicolo del cantante il quale riesce ad essere disturbante e dannatamente azzeccato alla proposta!

Insomma di gruppi brutal ce ne sono davvero molti, di gruppi brutal insignificanti molti di più. Fra questi ci sono quei gruppi che riescono ad aggiungere qualcosa di nuovo senza perdere nè in potenza nè in impatto. Chi dice che dagli Stati Uniti esce solo merda?? Ascoltate i Dying Fetus e non ve ne pentirete! Stay Brutal!

Eugenio Morra

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