Come si potrebbe descrivere con una sola parola il nuovo album dal vivo del “teatro del sogno”? L’unica che mi viene in mente è sicuramente “colossale”. Essì, perchè il nuovo triplo cd della band americana è lunghissimo; ma ormai siamo tutti abituati. O no?
Ma devo essere onesto su quel che penso di queste continue pubblicazioni di “cd live”: non sono assolutamente favorevole. E spiego subito il perchè: non trovo nessun motivo valido per pubblicare un album dal vivo dopo uno o due album in studio: è una mossa spudoratamente commerciale. Se poi aggiungiamo il discorso di quanto costano i cd, bè il voler spennare i propri fan è palese.
Certo, hanno mantenuto un prezzo più accessibile per un triplo album, ma il costo di registrare uno, due o tre cd non è poi così differente per loro. Quindi alla fin fine il costo finale è quello giusto per l’acquirente che quindi non deve sborsare un capitale per l’acquisto. Ma rimane in me troppo forte la sensazione da parte del gruppo , o dell’etichetta, di racimolare quanti più soldi finchè il gruppo ha successo… si batte il ferro finchè è caldo.
Questa modo di fare mi ricorda molto quello dei Litfiba: un album, un live, un album, una raccolta, …
Ho timore che prima o poi ci ritroveremo con un maxi “best of”.

Comunque, parlando strettamente del contenuto dei tre dischetti ottici mi ritrovo molto combattuto. Il motivo è semplice. L’ultimo album l’ho trovato veramente osceno e ridicolo e il ritrovare, ovviamente, le canzoni di quell’album mi lascia l’amaro in bocca. Anche se ad essere sincero, dal vivo le ho apprezzate di più… ma non molto di più. Sicuramente ho apprezzato maggiormente il sound generale che risulta meglio amalgamato con i brani vecchi e quindi più nel “sound” dei Dream Theater.
Pertanto la produzione è stata per me veramente ottimale, e naturalmente professionale. Anche se, volutamente o meno non so, il basso di Myung è stato relegato ad un ruolo di quarto piano: dopo batteria sempre in risalto, tastiere perfette e chitarre con un suono migliorabile.
La Brie invece alterna ottimi momenti, maggiormente nei brani vecchi e quindi più collaudati, a momenti più insipidi, particolarmente in quelli nuovi. Inoltre più volte sembra affaticato, gli acuti non sono più graffianti e prolungati ma deboli e corti. Ma comunque dimostra sempre di avere una bella voce, pur se meno incisiva che in passato.

Particolarmente belli i medley, di cui i Dream Theater sono ormai maestri, e i momenti solistici sparsi quà e là per il concerto. Ma ancora più belli sono tutti quei pezzi, brani, ecc provenienti dai vari progetti paralleli e/o solistici dei componenti del gruppo.
E poi come non essere nostalgici risentendo la bellissima “Pull Me Under”, “Only A Matter Of Time” (tratto dal primo album), “Hollow Years” (tratto dal triste Falling Into Infinity)?

Mossa commerciale a parte, trovo questo album dal vivo suonato e prodotto benissimo ma senza anima; ho provato una sensazione di freddezza come se il gruppo suonasse ormai solo per lavoro e non per passione e questo mi dispiace molto.
I fan come me del gruppo non se lo lasceranno scappare, così come non si lasciano scappare gli ormai innumerevoli progetti parelleli; ma gli altri, che hanno sempre trovato la musica dei Dream Theater fredda e senza sentimento troveranno in questo album la conferma alle loro asserzioni.

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