Giungono dalla Danimarca questi Dome Service ed ogni tanto non è un male avere la possibilità di sondare la scena underground di altri paesi. I 5 ragazzi pur avendo autoprodotto la demo si fanno apprezzare per la professionalità del prodotto ben confezionato in ogni aspetto. Peccato però che i Dome Service avrebbero potuto sfruttare meglio quest’arma (ed i soldi spesi); esteticamente l’artwork è assolutamente anonimo e la produzione sonora, seppur di ottimo livello e potente, è forse fin troppo precisa e pulita. Tecnicamente i danesi hanno le carte in regola, non per niente la band è attiva da tempo; i Dome Service rappresentano la seconda incarnazione del gruppo originariamente nato nel 1996 come Icon Bleeding. Arriviamo dunque a parlare del death metal che i danesi ci propongono; si tratta di una forma abbastanza classica fortemente ancorata alle sonorità heavy metal; non ritroviamo infatti i tipici tempi delle correnti più estreme, se non in una cortissima sfuriata al termine della prima canzone. Sono tre le canzoni che il gruppo ci propone per una durata totale che di certo non si eleva dalla media. Il disco si apre giustamente con la canzone meglio riuscita delle tre “e pluribus unum”, ascoltarla è veramente un piacere i numerosi cambi non creano confusione, ma anzi riescono a coinvolgere man mano che si prende confidenza con lo stile del quintetto. Il lavoro delle chitarre è basato sui consueti stoppati che pur non essendo niente di trascendentale danno la giusta potenza e solidità al suono, sui riff spesso si innesta una seconda chitarra che a volte conserva la funzione ritmica (armonizzazioni) ed altre volte entra in fase solita riuscendo talvolta a creare delle progressioni veramente notevoli che ancora una volta richiamano in causa sonorità ancorate molto più all’heavy che alla corrente estrema. Anche per quel che riguarda gli assoli non ci troviamo sempre e comunque di fronte ad un lavoro a velocità forsennate, ma anzi la chitarra solista cerca spesso un’interpretazione melodica del pezzo. Ed è proprio la melodia il fulcro della musica dei Dome Service; solo raramente la band utilizza l’aggressività come loro arma principale sfruttando invece delle accellerazioni-progressioni di buon effetto che rappresentano il lato più particolare della loro proposta. La seconda canzone “clarity” è più complessa ed articolata della precedente ed alla lunga non risulta particolarmente compatta, ma anche qui troviamo delle ottime soluzioni. La terza ed ultima traccia “day of silence” è un mid-tempo che gioca sulla pesantezza e sul groove del suono creato dalle chitarre e dalla batteria (il basso purtroppo non è molto in evidenza). Quest’ultima traccia è una conferma che ai Dome Service piace lavorare molto sulle melodie cercando sempre delle linee mai banali. Un disco quindi ben confezionato, con un concept lirico ben definito, e suonato egregiamente da un gruppo che sembra ambizioso, stà a loro fare il definitivo salto di qualità.

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