Un salto nel passato. E’ questo l’effetto prodotto da A Time Of Shadow degli irlandesi Dead Heroes Club, un gruppo di non giovanissimi che rileggono in chiave (sufficientemente) personale il periodo d’oro del progressive rock di gruppi quali Yes, Genesis, ELP, Pink Floyd e svariati altri.
Ciò che subito colpisce sono le fantastiche melodie, la sapiente miscelatura di tutto ciò che il prog rock è stato. Ottimi lunghissimi brani, solo due al di sotto dei cinque minuti, proiettano l’ascoltatore nel magico mondo del gruppo irlandese che pèer il secondo album non ha verosimilmente badato a spese, sia nella produzione e registrazione che nella grafica e copertina del cd affidata all’illustratore ufficiale di Tolkien, tale Ted Nasmith che i lettori di fantasy conoscono benissimo.
Senza dilungarci troppo su altri fronti i Dead Heroes Club partono subito in grande stile con la mielosa Theatre Of The Absurd, con un intro degno dei migliori Yes di Close To The Edge. Si prosegue con Stranger In The Looking Glass, di ispirazione pinkfloydiana, precedente la rockeggiante The Centre Cannot Hold.
A Gathering Of Crows è il secondo brano per lunghezza dopo A Time Of Shadow che mostra quanta anima sia stata riversata dai “ragazzi” in questo lavoro. Un lavoro che ogni amante del vero, primario, progressive rock, e che si definisce tale deve fare suo. Un lavoro ineceppibile dal punto di vista musicale, compositivo ed esecutivo. I Dead Heroes Club a mio avviso possono davvero essere la the next best (and big) thing per usare la frase della stessa ProgRock Records nel definirli.Io vedo di recuperarmi il precedente lavoro autoprodotto intanto.
Non c’è molto da dire oltre, A Time Of Shadow và solo ascoltato. Buon ascolto.

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