La favola continua. I Dark Tranquillity ne sono i protagonisti nella veste del guerriero perfetto ed infallibile. Nemici e detrattori tentano ogni mossa per abbatterlo ma lui resta in piedi, piccoli emuli fanno a gara per imitarlo risultandone una copia inoffensiva e sbiadita, mentre l’eroe rimane nella sua tana, indifferente, e senza proclami studia la prossima mossa ad effetto. Questa volta il risultato del suo isolamento è ‘Fiction’, ennesimo capolavoro che rende le gesta del beniamino inattaccabili e che, per l’ennesima volta, riesce a lasciare due anni indietro i suoi inseguitori.

Gli anni in questione sono quelli trascorsi dalla precedente impresa battezzata con il nome di ‘Character’. Due anni necessari e sufficienti per evolversi, guardando avanti ed ancora una volta stupire divertendosi a giocare con passato e futuro. Oggi la miscela proposta è qualcosa di prodigioso ma al contempo pericoloso, constando della mescola di due elementi dissonanti come sono l’attitudine sulfurea di ‘Skydancer’ e la classe moderna di ‘Haven’. Questo è futuro, tecnologia musicale, l’alchimia che rende perfetto e tangibile ciò che fino a prima di conoscerlo sarebbe apparso improponibile. L’effetto è fantastico, splendido e, neanche a dirlo, unico nel suo genere. La reazione di questi ingredienti è rappresentata dalla tracklist più varia e statuaria mai creata dalla formazione svedese. Brani freschi, distesi ed articolati, caratterizzati da una disarmante solennità aiutata da un alleato con cui, il nostro paladino, collabora e si integra a meraviglia. Il “tale” in questione è quel produttore di fama mondiale che porta il nome di Tue Madsen e che riesce ad estrarre il meglio da strumenti che vengono a remare tutti verso la stessa direzione apparendo ficcanti, moderni e brillanti in ogni istante. E’ così che si susseguono dieci brani di pari qualità mantenendo un’aria maledettamente godibile che riesce a mascherare perfettamente la complessità che c’è dietro ogni scelta compositiva. Dopo tre quarti d’ora è fortissima la tentazione di ricominciare per potere avere il privilegio di provare nuove sensazioni e particolari che, elegantemente, escono fuori sulla distanza. Situazioni uniche, come quelle provate assistendo alla disinvoltura con cui questi artisti riescono a passare dal gusto della melodia sfrontata di un brano come “Misery’s Crown” all’aggressività di blast beat che ricordano il già citato esordio, dai duetti in stile goth di “The Mundane And The Magic”, passando per gli assoli magistrali di “Blind At Heart”, i rallentamenti di “Inside The Particle Storm” ed i massicci sintetizzatori di “Terminus (Where Death Is Most Alive)”. In questo quadro, le prove individuali sono la solita garanzia. La sezione ritmica è la più varia e dinamica di tutta la produzione dei Dark Tranquillity, le tastiere di Brändström riacquistano un protagonismo perso dai tempi di ‘Projector’ mentre le prove di Stanne e Sundin sono il solito manuale del perfetto musicista moderno.

Come burattinai con le proprie marionette, i sei musicisti esaudiscono, con i propri strumenti, ogni volontà dimostrandosi gli unici padroni di loro stessi. Ancora come eroi artefici del proprio destino, ancora da Dark Tranquillity. ‘Fiction’ è idea ed applicazione, passato e futuro, evoluzione e continuità che, al di là di metafore più o meno pesanti, più o meno condivisibili, merita obbligatoriamente l’attenzione ed il rispetto di chiunque. Da avere e venerare.

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