Una proposta che si ciba di industrial con buone dosi di elettronica e di metalcore è quello che danno in pasto al pubblico i torinesi Cry Excess. Musicalmente piuttosto preparati, i quattro danno vita ad un debutto dall’emblematico titolo So What?!, sintomo di una rabbia mai troppo sopita, ma comunque messa al servizio della melodia.

Un capiente uso di campionamenti e tastiere ricopre i 41 minuti abbondanti del disco con aperture a porzioni più tipicamente metal, ma comunque votate all’impatto industriale tipico di gente come Ministry, Deathstars ed il Marylin Manson di Antichrist Superstar. In più troviamo anche intarsi che potrebbero piacere a certi Avenged Sevenfold e Murderdolls. Insomma, melodici, ma mai sdolcinati, i brani di So What?! colpiscono per la loro versatilità e, allo stesso tempo, per uno stile già ben definito e delineato.

Nello specifico, ciò che rende la proposta dei Cry Excess interessante non è tanto l’originalità della stessa, invero non eccessiva, ma la commistione di elementi già noti e sentiti volti alla creazione di un sound cupo e decadente, ma che lascia intravedere comunque una speranza. Avendo già citato le influenze principali del combo torinese, non resta che esprimere qualche appunto riguardo i punti da migliorare. Nella fattispecie si tratta di dettagli, ma comunque degni di nota soprattutto in un’ottica di crescita esecutivo/compositiva: anzitutto una registrazione che privilegia fin troppo il lato elettronico dei Cry Excess, mentre quello più d’impatto dettato dalle chitarre viene lasciato un po’ indietro. Oltre a questo, la voce del frontman si pone in maniera forse eccessivamente grezza e sporca, talvolta coperta da effetti tali da non farne intravedere il potenziale inespresso.

In ogni caso, si sta parlando di particolari che, se limati adeguatamente, potrebbero garantire un futuro più che roseo a questa band già di per sé promettente. Se saranno in grado di rispettare le premesse espresse da So What?! potremmo vederne delle belle, in futuro.

Ultima menzione va data alla copertina, lavoro grafico tutt’altro che banale e molto d’impatto. Bravi.

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