In Italia, è risaputo,  il concetto di  ‘Musica’ è abbastanza superficiale. In Italia stili di vita come ‘Rockstar’ vengono attribuiti con squallore a soggetti che non hanno nulla a che vedere con ciò; definizioni quali ‘Musicista’, ‘Compositore’, ‘Artista’ sono di facile concessione per persone che ovviamente non lo sono e che invece pensano solo al proprio profitto. Allora ecco l’italiota medio che presta fede a tutto, che contribuisce alle vendite, che riempe gli stadi, che confonde arte con passatempo, diventa il primo contribuente negativo della cultura artistica e musicale del paese. Il nostro underground non si evolve come dovrebbe e band rispettabilissime non sopravvivono chiudendo i battenti. I nostri veri musicisti, compositori, artisti che creano Musica con la ‘m’ maiuscola , sono costretti ad emigrare all’estero sia per suonare ed esprimere il loro valore, sia per essere apprezzati da una maggiore platea.  Spiccano tra questi musicisti che dedicano seriamente la propria vita con passione alla musica Riccardo Prencipe e le sue ‘Corde Oblique’, band di assoluto valore, intellettuale, poetica, creatori di storia ed arte pura, sopraffina sotto forma di note e parole.

Riccardo Prencipe è diplomato in chitarra classica ed ha collaborato con band come Anathema, Gothica, Ashram, Argine e Spiritual Front. Nel 2004 dà origine ai Lupercalia, che successivamente prendono il nome di ‘Corde Oblique’. Nascono come band  neoclassica con profonda anima gotica, messa subito in evidenza con il primo disco ‘Respiri’. Influenzati da sempre da band come Anathema, confezionando suoni delicati, acustici e sperimentali, le ‘Corde Oblique’ si consolidano prima con l’autentico capolavoro ‘Volontà d’Arte’ , poi con ‘The Stones of Naples’ che abbraccia sonorità più folk, calde e mediterranee dedicate principalmente a Napoli, città di provenienza della band. Evoluti in qualsiasi forma musicale, letteraria, alla ricerca continua di nuovi suoni, di originalità ma soprattutto di qualità, ecco la nuova perla: ‘A Hail of Bitter Almonds’. Incentrato soprattutto sulle melodie e gli arpeggi di impostazione classica, composti dalla maestria di Riccardo Prencipe alla chitarra,  l’album si affaccia su suoni tipicamente folk e neoclassici e, mantenendo sempre un punto di contatto con i precedenti lavori dal marchio nostalgico e romantico, questa volta, si amalgamano anche influenze Prog/Rock. La collaborazione di straordinari compositori classici e contemporanei come Notarloberti, Rubino e Lepore, in sintesi gli Ashram, le eccezionali quattro voci femminili e la partecipazione di Duncan Petterson, creano una miscela di influenze ed emozioni, malinconia e dinamicità, poesia, letteratura, rendendo ‘A Hail of Bitter Almonds’ un lavoro etereo ed unico, dotato di anima e vita propria. Sono quindici i brani presenti, tutti di elevato spessore compositivo. Pur essendo melodico e pulito, la completa assimilazione di questo full-lenght, richiede tempo e numerosi ascolti. Quindi ci troviamo dinnanzi ad una tecnica perfetta, a sublimi violini, note di pianoforte leggere e coinvolgenti, raffigurazioni barocche, duetti vocali e brani strumentali,  acustiche che enfatizzano, descrizioni di paesaggi e dipinti,  ritmi mediterranei che si accavallano a suggestioni europee, che fermano il tempo e trasportano l’ascoltatore in emozioni di ogni genere. In ogni pista, attraverso strumenti e liriche, si richiamano stili moderni con note medioevali, cantati epici si alternano a vibrazioni minuziose e tradizionali, ispirazione e bellezza d’arte che mantengono saldo l’intero valore del disco,così notevole da rendere riduttiva la citazione di qualche pezzo. Da menzionare ‘Jigsaw Falling Into Place’, splendida cover dei Radiohead di cui le ‘Corde Oblique’ si impossessano magicamente , come già accaduto per le cover passate di ‘Flying’ degli Anathema e ‘Kaiowas’ dei Sepoltura; ‘Together Alone’ brano moderno che racchiude tutto il sound della band, cantato in inglese dall’ospite Sergio Penarella e su cui è stato montato un video; ‘Gioia di Vivere’ impreziosita oltre che dal divino cantato di Floriana Cangiano, dal mandolino irlandese suonato dal  Duncan Patterson.

Consiglio vivamente a tutti gli amanti della musica di assoluta qualità, dei musicisti e dei compositori colti, qualitativamente eccelsi e complessi, aperti ad ogni stile e genere, di ascoltare questo autentico gioiello ‘Made in Italy’, dalla prima nota di ‘A Hail of Bitter Almonds’ all’ultima nota di ‘Su Un Dipinto di Giovanni Bellini’. Resterete sicuramente come me sorpresi, a bocca aperta.  Riccardo Prencipe e le ‘Corde Oblique’ sono ormai una realtà più rara che unica, ogni loro album è un capolavoro. L’auspicio è che in questa ‘italietta’ musicalmente superficiale, un giorno, possano venir compresi insieme alla loro arte nitida ed autentica e valorizzati come meritano. L’ennesimo plauso alle ‘Corde Oblique’…

 

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