Cosa ci sarà nell’aria della Polonia? Nell’acqua, negli alimenti? Me lo chiedo ogni qual volta si presenta alle mie orecchie un lavoro di una band proveniente da questo paese dell’est Europa, perché qualcosa dovrà pure esserci, altrimenti non si spiegano le tantissime band, di ottimo livello, che provengono dalla terra polacca. Gli ultimi in ordine di tempo sono i Calm Hatchery, band nata nel 2002, che con questo “Sacrilege of Humanity” giungono al secondo album. Non ho avuto modo di ascoltare il precedente album della band di Słupsk, quindi non ho un termine di paragone con il passato, ma basandomi solo sull’ascolto di questo platter è innegabile che ci si ritrovi al cospetto di una band di grande talento. Vista la provenienza avrete già intuito cosa suonino i ragazzi polacchi, death metal violento e dal buon gusto melodico, accelerazioni furenti e stop and go da spezzare il collo, aggiungiamoci anche una leggerissima vena epica nello stile degli ultimi Behemoth e avremo ben impresso lo stile dei cinque. Si parte con “Sea Of Truth”, che segue l’intro “Rattlesnake’s Dream”, e subito si intuiscono le influenze della band di Nergal, oppure degli Hate, ma nel sound dei Calm Hatchery si possono scorgere senza problemi anche influenze più datate come quelle dei Vader, “Messerschmitt” e “We Are The Universe” ne sono un esempio. L’album si muove su livelli di songwriting degni di nota, le chitarre sanno quando diventare pesanti come un macigno, oppure veloci da lacerare la carne, così come la sessione ritimica, con un drumming che ben si destreggia fra parti in furiosi blast beat e momenti dove si ricerca più il groove. La produzione è di alto profilo, anche se standardizzata al resto delle altre band polacche, non a caso stiamo parlando dell’operato degli Hertz Studio. L’album nel complesso non è di certo un capolavoro in assoluto, ma è sicuramente meritevole di più di un ascolto distratto, perché peso e sostanza ci sono tutti.

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