Debutto discografico per I trevigiani Bunring Black, progetto nato nel 2003 da un’idea del chitarrista Giovanni Moretto e del batterista Michele Venier (ex membri della Power Metal band trevigiana Hellsky) che decidono di formare una band per suonare Heavy Metal classico anni ’80. Ai due si uniscono sin da subito due altri ex membri degli Hellsky: il cantante Massimo De Nardi (cantante dei Venice Mist) ed il batterista Andrew. Ed ecco apparire la prima formazione dei Burning Black: Max (Voce), Gio (Chitarra), Mick (Basso) ed Andrew (Batteria). Il gruppo si consolida con l’entrata in formazione del talentuoso chitarrista solista italo-canadese Brian. Dopo varie prove per testare l’amalgama presente nel gruppo, i Burning Black riescono ad esibirsi live al New Age di Roncade: ed è subito un successo. Dopo aver fatto una lunga serie di concerti nel 2005 il gruppo si chiude in studio per produrre il proprio demo di debutto “Smell The Fire” ma, durante le registrazioni, il bassista originale della band, Mick decide di lasciare il gruppo. Il suo posto è occupato da Alex Jacobi, gran musicista ed amico della band. cari amici, questo è un gruppo che, sin dalla sua fondazione, ha avuto un solo scopo: suonare ciò che gli piace cercando di trovare un sound proprio all’interno del panorama dell’Heavy Metal Classico e tenendo conto di essere nel 2005. L’influenza dei gruppi degli eighties è molto presente in questa band. Basta dare un ascolto a “Smell The Fire”, “Fight To Dream” ed “Heavy Metal Is My Law”, delle vere mazzate sonore in cui i cinque dilettano le orecchie dell’ascoltatore con una serie di riff impressionanti che i fans di Accept, Judas Priest, Saxon ed Iron Maiden hanno imparato ad amare, per rendersene conto. Ma questo non significa che abbiano pedissequamente copiato da coloro cui s’ispirano. Infatti, nel loro sound è ben identificabile lo stile dell’Heavy Classico anni ’80, ma il gruppo riesce a metterci quel qualcosa in più che rende ogni pezzo unico. Una citazione a parte merita “Nothing For The Losers”, brano che la band usa in concerto per la presentazione dei membri e che un ascoltatore disattento potrebbe, erroneamente, giudicare fuori posto in un demo del genere. Ed invece questo pezzo dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, la vena creativa del gruppo, che riesce a ricreare anche in studio l’energia che trasmette in sede live. Qualcuno potrebbe obiettare che non si può giudicare un gruppo quando si ha tra le mani un demo di soli quattro brani: posso rispondere che un gruppo può essere valido anche se nel proprio demo inserisce solamente un pezzo. Ciò che conta non è la quantità ma la qualità: se in un pezzo è possibile ritrovare l’anima della band, allora quel gruppo è riuscito a colpire nel segno. E posso dire senza alcun dubbio che i Burning Black ci sono riusciti perfettamente.

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