Nel periodo intercorso fra lo scioglimento dei Thunder ad inizio 2000 e la reunion di circa tre anni dopo, i fan di quella che è forse la miglior hard rock band inglese degli anni ’90 si sono comunque potuti consolare con l’uscita di diverso materiale inedito.
Sto parlando del bellissimo live acustico “They Think It’s All Acoustic…It Is Now”, registrazione del “farewell” show tenuto a Londra il 4 Maggio 2000, di “El Gringo Retro”, solo album di Luke Morley, ma soprattutto dell’atteso ritorno in coppia del chitarrista e della inconfondibile voce della band, Danny Bowes.

Bowes sta a Morley un po’ come Lennon a McCartney: sono ovvero una di quelle coppie di musicisti palesemente nati per suonare insieme, completandosi l’un l’altro e creando insieme opere di livello chiaramente superiore a tutti gli altri.
“Moving Swiftly Along”, in realtà, pare fosse inizialmente nato come un solo album di Bowes. Non ci volle molto, tuttavia, per capire che il risultato migliore lo si sarebbe avuto collaborando ancora una volta con l’amico e partner artistico di sempre: fu così che nacque il progetto “Bowes&Morley”, con quest’ultimo a firmare praticamente tutte le composizioni ed il primo a dar loro la migliore delle voci.
Le coordinate dell’album partono dalle chitarre distorte dei Thunder e si ampliano non solo esplorando più a fondo (come prevedibile) le importanti influenze blues, funk e soul, ma arrivando fino ad integrare elementi jazz, pop, latini ed altro ancora.
Il risultato, benché addirittura eventualmente superato dal successivo “Mo’s Barbeque”, è entusiasmante.
Il mix di sonorità ed influenze appare così morbido, disinvolto, scorrevole da risultare assolutamente disarmante: la chitarra poliedrica di Morley (supportata da una band di eccellenti musicisti) e la voce espressiva, calda, dinamica e trascinante di Bowes fanno poi il resto, consegnandoci un album che gronda classe e maturità da tutti i lati.
Citiamo “Freakshow”, classico brano che finisce in loop ininterrotto ed opener che più festosa e solare non si può; la sexy e latina “Hypnotized” con i suoi fiati ed il suo ritmo del tutto irresistibile; “Dancing the Night Away”, ad unire la carica elettrica dei Thunder dei secondi ’90 con una variazione lounge/jazz ed un piano incalzante; “Hesitate”, il brano più propriamente dinamico del disco, fenomenale nel suo costante crescendo rock-soul.
Ed ancora, la dolcissima “Change” (scritta insieme a Joey Tempest), con il suo assolo vellutato; la profonda “Better Times”, toccante nella sua contemporanea sobrietà; la vivace e acustica “Sick and Tired” con il suo sarcasmo “tongue-in-cheek”; avanti fino alla conclusiva “I’d Take the Stars Out of the Sky”, un vero piccolo capolavoro di calore e feeling, dove l’incredibile voce di Bowes e l’espressiva chitarra di Morley (chitarrista dotato di gusto fuori dal comune) si fondono nei quattro minuti più emozionanti di tutto il disco.
Ognuno dei ben 13 brani possiede personalità propria, tanti diversi tasselli per un quadro d’insieme maturo e gratificante per chiunque ami a tutto tondo la musica: le chitarre elettriche e la batteria percussiva sono infatti presenti ma sono ben lungi dall’essere l’unico ingrediente del disco, affiancati da una serie di curati arrangiamenti e da una varietà di suoni sorprendente.
Un autentico gioiellino che, insieme al successore, merita sicuramente di ricavarsi un posto in bella vista nella vostra parete CD.

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