1 marzo 2002.
Finalmente, dopo quasi quattro anni dal loro ultimo album da studio, i Blind Guardian fanno uscire il loro nuovo album, intitolato “A Night at the Opera”. Chi conosce un minimo di musica al di fuori del metal sapra’ benissimo che questo e’ anche il titolo di un famosissimo album dei Queen, band alla quale i BG da sempre sono legati (e in alcuni tratti anche influenzati).
L’artwork del disco e’ ad un primo acchito obbrobrioso, poi diventa “strano” e infine molto carino. E’ cambiato il disegnatore rispetto alle precedenti copertine e lo si nota da subito, essendo stata utilizzata la tecnica ad olio, che rende i colori piu’ vivi e sgargianti. Inoltre nel marasma di figure presenti nella copertina si possono trovare, oltre al classico Guardiano presente su quasi tutte le loro copertine, anche e caricature dei quattro bardi di Krefeld. Lascio a voi questo arduo compito…

Ma facciamo un passo avanti e apriamo questa scatoletta, estraiamone il CD contenuto e inseriamolo nel nostro lettore CD preferito. Ecco cosa ne verra’ fuori:

– Precious Jerusalem
Canzone strana, o che almeno mi ha colpito in una maniera strana.
Nel senso che subito non mi piaceva molto, poi mi ha preso tantissimo e ora l’ho ridimensionata un poco nuovamente. Se fosse durata un minuto e mezzo in meno sarebbe stata quasi un masterpiece; cosi’ e’ un po’ troppo “diluita” invece. Comunque un buon pezzo.
Voto: 7.5

– Battlefield
Apoteosi!!
I primi 40 secondi presi da soli sono i migliori 40 secondi di canzone mai scritti dai Blind Guardian! L’intro e’ qualcosa di assolutamente favoloso!!! Ma anche il resto e’ bellissimo, epico, potente, grandi melodie, quei pezzi in levare che io adoro, cori assolutamente azzeccati.
Insomma: davvero un gran bel pezzo di canzone, sicuramente una delle migliori dell’album e anche una delle top 10 songs dei BG.
Voto: 9

-Under the ice
L’inizio (a parte l’arpeggio arabeggiante) sembra uscito direttamente da Somewhere Far Beyond, poi si cambia un po’ e forse e’ la canzone piu corale (nel senso che Hansi quasi mai e’ solo a cantare) dell’album. Comunque il ritornello e’ strano, particolare e dannatamente bello.
Voto: 8

-Sadly sings destiny
Questa e’ stata quella che al primo ascolto mi ha affascinato di più, il ritornello e’ davvero catchy, ma cio’ non e’ un male.
Inoltre ha un assolo di chitarra dell’impareggiabile Andre’ Olbrich davvero davvero molto bello. Ottima canzone anche questa.
Voto: 8.5

-The Maiden and the minstrel knight
NON E’ una ballata! Inoltre e’ fottutamente “medievaleggiante”, e in alcuni punti e’ davvero magica.
Gli stacchetti di doppia cassa sono assolutamnte inaspettati ma soprattutto assolutamente azzeccati.
Voto: 8.5

-Wait for an answer
Una delle due canzoni a mio avvisto meno riuscite dell’album. Per carita’, ha dei punti davvero carino ma e’ troppo lunga, e certi altri passaggi nn sono cosi’ riusciti. Comunque si lascia ascoltare tranquillamente.
Voto: 6/7

-The Soulforged
Qua invece si ritorna a livelli tipici da Blind Guardian. La forza di questa canzone e’ la bellezza non solo del chorus ma anche delle strofe e dei bridge.
E’ comunque la canzone piu’ classicamente power dell’album, ma pagherei oro per sentire altri gruppi classicamente power che scrivono ed eseguono canzoni simili!
Voto 8/9

-Age of false innocence
Ecco qua il vero passo falso dell’album e anche dell’95% della discografia dei bardi… Lunga, noiosa a tratti e sempre pesante, con un chorus davvero poco azzeccato.
Voto 5

-Punishment Divine
…ma per fortuna hanno messo questa track subito dopo!
Diretta nelle top5 songs dei Blind Guardian!!! Violenta, potente, mai scontata, varia, un Hansi sublime, un testo rabbioso e che ti mette la foga addosso… non vedo l’ora di sentirla live! Maestosa.
Voto: 9.5

-And then there was silence
Penultima traccia e’ la suite che ha fatto da singolo apripista all’album e che soprattutto ha fatto molto discutere. C’e’ chi l’ha adorata (come me, ad esempio) e chi invece l’ha completamente ripudiata.
Cosa dire? Anche se i piu’ “musicologi” storceranno il naso, qua secondo me si puo’ tranquillamente dire che i nostri bardi esulano da un discorso prettamente metal, e ampliano ulteriormente certi punti del discorso iniziato con Nightfall in Middle-Earth. Per carita’, nei 14 minuti e rotti di durata del brano di passaggi metal, con sfuriate del grande Thomen e riff di chitarra ci sono, pero’ non si possono notare gli enormi arrangiamenti puramente sinfonici e corali impalcati su dai Blind Guardian. Impalcature che a mio avviso reggono benissimo e sebbene la canzone presenti parti ripetute alcune volte (come il classico ritornello), non soffre certo di ripetitivita’, anzi!
Insomma, 14 minuti che dopo che li si e’ digeriti per bene scorrono via lisci e perfetti, senza mai annoiare, anzi scuotendo l’ascoltatore in alcuni tratti e cullandolo fra dolci melodie in altri.
Da sentire in ogni caso comunque almeno una volta.

-Frutto del Buio
Ed eccoci finalmente alla famosa bonus track finale in lingua localizzata.
Cosa dire? Beh, che la prima volta che l’ho sentita… non ci ho capito nulla di quello che biascicava il nostro adorato Hansi!
Poi riascoltandola con maggiore attenzione il testo sono riuscito a capirlo; c’e’ da dire che non e’ neanche malvagio, mi aspettavo di peggio. Cosi’ come la pronuncia di Hansi per essere un tedescone e’ buona, anche se certi passaggi fanno sorridere. Nota di demerito per l’arrangiamento che e’ diverso dall’originale Harvest of Sorrow ed e’ diverso anche dalle altre versioni localizzate (ricordiamo che esistono in francese, tedesco, spagnolo e argentino), e’ meno acustica e piu’ orchestrale, e sinceramente ne perde.
Voto: 7.5 (distaccato) – 9 (da fan che ammira la chicca)

Inoltre voto 9 a Thomen Stauch che ha fatto davvero un lavoro MAGNIFICO su questo album… mi e’ sempre piaciuto ma e’ ancora salito di graduatoria dopo questa prestazione! E non e’ assolutamente un “pestatore” come puo’ essere boh, Zimmerman dei Gamma Ray ad esempio! Certamente, il suo modo di suonare e’ sempre molto “power metal” pero’ certi fill e certi stacchi si discostano dai canoni del genere.

Tirando infine le conclusioni, come voto sintentico all’album darei un: 8
Perche’ non e’ innovativo come Nightfall In Middle-Earth, ha dei punti deboli in piu’ rispetto a Somewhere Far Beyond, pero’ comunque e’ un album che modifica qualcosa nuovamente nel loro sound, innovando in certi punti e tornando al passato in altri. Per conto mio e’ un album di passaggio (come lo e’ stato a mio giudizio Imaginations from the other Side), anche se e’ difficile fare un’affermazioni del genere a priori.
In ogni caso, compratelo, ascoltatelo ed apprezzatelo.

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