Dopo un cd interamente acustico è tempo per Zakk Wylde e i suoi Black Label Society di tornare a suonare gli strumenti elettrici ed infiammare nuovamente con pesantissimi riff le casse dello stereo dei metallari di tutto il mondo. Arriva dunque “Mafia”, nuova fatica della band americana che promette fin dai primi ascolti di mietere innumerevoli vittime durante il suo scorrere tanto sono “incazzate” le canzoni presenti al suo interno. Rispetto ai precedenti album dei BLS, “Mafia” ha una produzione ancora più potente (le chitarre sono dei veri e propri macigni e “urlano” come non mai) mentre la voce roca di Zakk, protagonista indiscusso di tutto il cd, si erge sovrana e potente su tutti i pezzi.
I brani composti questa volta da Wylde si trovano, a mio avviso, leggermente sotto al capolavoro della band ovvero “Blessed Hellride”, tuttavia si lasciano ascoltare senza troppi problemi. Riff devastanti si fanno largo come un vero e proprio fiume in piena che distrugge qualunque cosa senza preoccuparsi troppo dei danni, mentre la sezione ritmica basso-batteria composta da James Lomenzo e Craig Nunenmacher è assolutamente dirompente e crea il groove necessario per le canzoni composte da Wylde. Il biondo chitarrista di Ozzy si dimostra ancora una volta un compositore degno di grande attenzione e pezzi come l’opener “Fire it up” (con un riff che fa scatenare da subito uno sfrenato headbanging) seguita dalla più veloce “What’s in you” colpiscono in faccia più forte di un martello in onore del metallo più pesante. Più vicine alle ultime produzioni di Ozzy Osbourne sono “You must be blind” e “Forever down” (quest’ ultima parte con un tristissimo giro di pianoforte per trasformarsi dopo pochi secondi in un dirompente riff in pieno stile Zakk Wylde), accelerano leggermente l’andamento dell’album.
L’amore di Mr. Wylde per i pezzi acustici è ormai noto a tutti e “Hangover Music Vol. VI” e “Book of shadow” ne sono l’esempio più eclatante: sulla scia di questi due album spuntano “In this river” e la conclusiva “Dirt on the grave” due incredibili ballad che ci fanno capire ancora una volta quanto Zakk Wylde sia in grado di creare, aldilà di pezzi di vero e proprio metal, stupendi lenti. “Mafia” mostra quindi come la band americana sia in forma splendida e soprattutto come la vena compositiva metal di Zakk Wylde non sia ancora esaurita dopo il precedente “Hangover Music Vol VI” che fece storcere il naso a molte persone. Un grande ritorno per i Black Label Society dunque, un album che confermerà sicuramente le attese di tutti i loro fans… ora speriamo che si facciano un giro in Italia per vederli dal vivo.

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