Dietro al monicker dei Big Life si nascondono due vecchie conoscenze dell’ambito hard ‘n’ heavy internazionale: Steve Newman e, soprattutto, Marc Thompson-Smith (ex-Praying Mantis). Oltre a loro, si aggiunge anche il batterista Rob McEwen, già collaboratore di Newman nei suoi ultimi tre dischi da solista.

Naturalmente, vista anche l’etichetta discografica che sponsorizza il tutto, ci troviamo di fronte ad un’uscita votata all’AOR più puro, anche se le chitarre, quando vogliono, sanno graffiare a dovere, pur non perdendo mai di vista l’elemento melodico dell’intera faccenda. Ed è proprio qui che risiede il pregio dei Big Life: melodie mai scontate che si intersecano nella creazione di un tappeto perfetto per i vocalizzi di Marc Thompson-Smith, vero leone ancora in grado di emozionare con la sua voce (vedi Better Man per avere un esempio calzante). A questo si aggiunge la performance estremamente ispirata di Steve Newman, il quale, occupandosi sia delle chitarre che delle tastiere, riesce ad avere il pieno controllo della sezione melodica per poterla piegare al proprio volere senza il minimo sforzo.

Da tutto ciò scaturiscono brani come l’arabeggiante Calling, canzone dalla grande classe e caratterizzata da un’attenzione estrema per gli arrangiamenti, mai esagerati, o Leaves, ballad dolce e delicata figlia di un rock leggero e disimpegnato targato anni ’80.

Insomma, un disco che apprezzerete parecchio, nonostante sia ancorato ad un genere che ha visto decisamente giorni migliori. Gli appassionati delle belle melodie avranno ciò che spetta loro da una band come i Big Life.

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