Arrivano da Verona i nuovi Banditi italici. Arrivano e lo fanno con grande sicurezza, forti di idee molto chiare e con un disco che si fa fatica a definire autoprodotto. Sì perchè la qualità del suono è ottima, pulita e graffiante oltre che equilibrata. Il gruppo propone un Hard Rock fortissimamente influenzato dai mai troppo celebri Guano Apes, con la voce della singer Jade a tratti davvero identica a quella della Nasic. Ne risulta un album di dodici tracce forse non troppo varie (anzi), che però sapranno fare la gioia di tutti gli amanti del genere, con la graffiante ugola della singer che si accompagna a chitarre pesanti ma precise e linee di basso intriganti. L’apertura è lasciata a “The Will I Had”, brano breve come quasi tutti quelli della scaletta proposta, ma che ci sorprende per la somiglianza per stile e voce (!!!) agli Avenged Sevenfold. Brano carico di energia, in cui le chitarre crescono via via d’intensità per assecondare le corde vocali di Jade. Partenza un po’ più rapida per la successiva “U Can’t Stop Me”, 2 minuti e 53 secondi di grinta e cattiveria che dovrebbe funzionare bene sulle assi del palco davanti a un gruppo di assatanati. Qui inizia ad emergere prepotente anche la classe dei musicisti, Nicotine Sam su tutti, con intramezzi di solo della sei corde molto validi. “Everytime” ci propone una singer impegnata anche su note meno “urlate”, e che dimostra tutta la sua bravura anche in questa tipologia di song che strizza l’occhio al punk underground, con tanto di accenno di doppiacassa che rende ancora più accattivante il tutto. Peccato che finisca prestissimo, ma la consolazione giunge subito dopo:lascia infatti il posto a quello che reputo il miglior brano dell’intero disco: la struggente “Driftaway”, bellissimo brano costruito su un inizio calmo e struggente che sa poi riprendersi con la sei corde ancora grande protagonista a innalzare i toni di una canzone che in mano ad altri combo potrebbe essere un classico del genere. Le seguenti “Feeling Nothing” (che si apre nuovamente con un’esplosione di grinta pura),”Served Perfectly” (che gioca moltissimo sull’alternanza tra pezzi veloci e rallentamenti improvvisi con tanto di coro), “Music in My Ecstasy” (ancora grande sottofondo musicale), ci conducono con piacere ma senza nulla aggiungere a quanto già detto sopra e anzi somigliandosi un po’ verso l’ottima “Take you There”, altro brano giocato in alternanza lento-rabbioso molto ben strutturato con una parte centrale splendida dove Fabian e Nicotine ci danno dentro per creare un’armonia cattiva e coinvolgente… altra hit del disco! Si prosegue poi ancora con quattro brani, tutti molto simili, anche se “Out Of Control” si fa apprezzare per la velocità (bella song anche questa, diretta e senza tanti giri di parole), fino al termine dei 38 minuti di ascolto. Trentotto minuti assolutamente piacevoli e meritevoli di ulteriori ascolti, che lasciano un’ottima impressione su questo trio, che se saprà distaccarsi un po’ dalla linea guida (gli Apes appunto) e vorrà provare a sperimentare qualche novità in più potrà davvero farsi apprezzare su ben altri palcoscenici in futuro.

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