In nove anni di militanza nella scena, gli At Vance di Olaf Lenk hanno partorito la bellezza di sette album. Un lavoro costante ed a volte encomiabile, inscenato dal chitarrista virtuoso con una costanza fuori dal comune e sempre attestabile su livelli qualitativi discreti. La passione per il Malmsteen degli esordi, una produzione di alto livello e l’ennesimo cambio di cantante (via Mats Leven e dentro il giovane Ricki Altzi dei Treasure Land), caratterizzano sempre ogni nuovo prodotto targato At Vance ed il power melodico che i teutonici propongono da anni.
Non ci sono eccezioni, dunque, per questo “VII” che si presenta al pubblico con un piglio vistosamente più melodico del suo predecessore (complice l’impostazione tipicamente hard rock dell’ottimo Altzi) e con la solita altalena di brani ineccepibili ed episodi assolutamente inutili. “Cold As Ice”, “Shiver” e “Victory” rappresentano quanto di meglio di At Vance possano scrivere oggi, tutti brani caratterizzati da arrangiamenti eleganti e molto diretti, giocati su tempi particolarmente veloci e ben collaudati dalla compagine teutonica. Immancabili, però, i soliti brani senza arte ne parte che hanno sempre ridimensionato la proposta della band, in questa sede rappresentati con (de)merito dall’arrembante “Truth”, un vero e proprio campionario di soluzioni trite e ritrite. Sul versante ballad, gli At Vance non hanno mai deluso (chi si ricorda la splendida riproposizione di “The Winner Takes It All” degli ABBA?) ed anche in questo “VII” piazzano un paio di colpi davvero niente male. “Answer Me” è la classica power ballad dall’andamento crescente, caratterizzata da un ottimo refrain e da una prestazione di Altzi assolutamente ineccepibile. “Lost In Your Love”, invece, rappresenta una versione aggiornata di un vero e proprio classico della band, presente sul debut “No Escape” e cantata dal fenomenale Oliver Hartmann.

Insomma, gli At Vance ed in particolare Olaf Lenk sembrano non distogliere un attimo l’attenzione dal loro power melodico. Per l’ennesima volta, però, la band teutonica da in pasto ai propri fan un album che non esplode mai del tutto, ricco di episodi riusciti e di qualche (onnipresente) riempitivo di troppo…

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