Gli Ancient Bards sono una symphonic metal band italiana in continua ascesa, a suon di riscontri positivi e riconoscimenti. Il leader Daniele Mazza ci illustra la sua creatura!

Ciao Daniele, che ne diresti di presentare gli Ancient Bards ai nostri lettori?
Certo! Ci siamo formati nel 2006 e poi abbiamo iniziato a lavorare con questa line-up nel 2007 (non prima di alcuni cambiamenti) alla “Black Crystal Sword Saga”. Nel 2008 abbiamo prodotto il nostro primo demo che ha dato ufficialmente il via al nostro percorso artistico. Nel 2009 abbiamo registrato nei Fear Studio di Ravenna “The Alliance Of The Kings”, il nostro primo album con il quale siamo riusciti ad attirare le attenzioni della Limb Music che poi è la nostra attuale casa discografica. Dopo questa prima release abbiamo fatto qualche data di supporto a band come Turisas, Eluveitie, Over The Rainbow e così via… Nel 2011 abbiamo pubblicato la nostra seconda uscita, “Soulless Child”, sempre per Limb Music, ed eccoci qui!

Voi siete una frontwoman band. È stata una scelta voluta oppure casuale?
Sinceramente, nel 2006 quando è nato il progetto, l’idea era quella di avere un cantante maschile, come la maggior parte delle band di questo genere. Nella nostra zona qui a Rimini però non abbiamo trovato un cantante all’altezza. Un giorno girando su myspace, quando andava ancora molto di moda, ho visitato casualmente il profilo di Sara e, ascoltando un suo brano che aveva registrato, sono rimasto colpito dalla sua voce. Anche se non sono stato sempre un fan delle voci femminili per questo genere, ho sentito che la sua voce era perfetta per quello che dovevamo fare, anche se si distaccava dal nostro genere classico, avendo lei una voce più pop. La sua voce comunque mi piaceva e abbiamo deciso di provarla: quando abbiamo registrato è stato amore al primo ascolto! Di conseguenza siamo andati avanti in questo modo.

Parlami delle tue influenze musicali, cosa ti ha spinto a scegliere questo genere?
Parto da fatto che sono un amante dei videogiochi, in particolare di quelli fantasy, quindi sono sempre stato legato a queste tematiche, mi sono sempre piaciute le colonne sonore dei videogiochi tipo “Final Fanstasy”, “Il Sigliore degli Anelli” ecc… Ho iniziato ad avvicinarmi al genere metal quando avevo 16 anni, con i grossi nomi, poi un giorno un mio amico mi ha fatto scoprire i Rhapsody, e quando ho sentito il loro genere, che riassume tutte le mie passioni, ho iniziato a scrivere anch’io ispirandomi a loro ma mettendoci qualcosa di mio. Quindi ho ripreso le mie saghe, che ero solito scrivere fuori dall’ambiente musicale, e ho cercato di adattarle alla mia musica. Sono legato ai Rhapsody per un amore verso questo tipo di musica, quindi sicuramente loro sono la mia prima influenza. In secondo luogo direi le colonne sonore di film, di compositori come John William, oppure colonne sonore di videogiochi.

Visto che hai citato i Rhapsody, cosa mi dici del loro recente split?
Da grande fan quale sono mi è dispiaciuto molto, perché li ho visti sempre uniti. Ho avuto la fortuna di vederli due volte dal vivo, una volta a Monaco di supporto ai Manowar, e poi a Bologna. Ho avuto anche l’onore di conoscerli dal vivo. Mi sarebbe piaciuto poterli rivedere ancora uniti dal punto di vista live. Di conseguenza questo split mi ha fatto molto dispiacere. Da un altro punto di vista ora abbiamo due band “Rhapsody” e sono molto curioso di vedere cosa potranno fare sia l’una che l’altra parte.

Bene, parliamo ora di “Soulless Child”, presentalo ai nostri lettori!
Certo! È il secondo capitolo della prima parte della “Black Crystal Sword Saga”. Come si può scoprire ascoltando il disco, il sound rimane un po’ più oscuro e drammatico rispetto a “The Alliance Of The Kings”. Questo perché appunto la storia a livello lirico si fa più drammatica. Il concept in questo album si svolge su due livelli: il presente e il passato. Non mi sto a dilungare nei dettagli ma posso dire che ho cercato di evidenziare questi aspetti di drammaticità con una musica più cupa e oscura; mentre il primo disco può essere visto come l’inizio e la presentazione della saga e di conseguenza rimane un po’ più solare.

Prima mi dicevi che siete sotto Limb Music, un’etichetta europea importante. Vorrei appunto chiederti come siete entrati in contatto con loro e come vi trovate.
Abbiamo registrato “The Alliance Of The Kings” di tasca nostra e successivamente abbiamo avuto diversi contatti con etichette, anche italiane. Però abbiamo preferito aspettare e valutare l’ipotesi di entrare in contatto con realtà più importanti, quindi abbiamo spedito via email qualche traccia del master a grosse case come la Nuclear Blast, la Limb, la Napalm ecc… Alla fine la Limb ci ha fatto la proposta migliore a livello di contratto e abbiamo deciso di firmare per i primi due album con loro.

Per il primo disco avete girato un video per la canzone The Birth Of Evil, per questo nuovo album avete fatto scegliere ai fans il brano per un nuovo video. Ce ne vuoi parlare?
Il primo nostro video è abbastanza “rimediato”, infatti ogni volta che lo vedo mi fa un po’ sorridere! Questo perché avevamo finito tutti i soldi per la produzione dell’album e onestamente non avevamo neanche pensato di realizzare un video. Limb però ci ha consigliato di farne uno, anche solo da far girare su Youtube, quindi non avendo più soldi abbiamo registrato il video nelle grotte del mio paese, Santarcangelo di Romagna, grazie alla gentile concessione del Comune. Per il secondo album invece abbiamo realizzato il video della canzone To The Master Of Darkness ma dato che questo brano è piuttosto lungo abbiamo chiesto ai fans di segnalarci il loro brano preferito per girare un secondo video e per ora le preferenze vanno a Through My Veins che è un’altra canzone molto lunga! Quindi alla fine vedremo quale canzone scegliere tra quelle segnalate dai fans.

Non ho ancora avuto modo di vedervi dal vivo. Come vi comportate in genere, visto che i vostri brani sono molto orchestrali: riarrangiate i pezzi o usate delle basi registrate?
Le basi per questo genere direi che sono quasi d’obbligo, per rendere al meglio le parti orchestrali. Poi io completo il tutto con le tastiere. Anche i cori sono pre-registrati questo perché abbiamo notato che dal punto di vista live la cosa rende decisamente meglio. I primi live abbiam provato a farli senza basi ma abbiamo visto che non bastava un nuovo arrangiamento del brano per una buona resa, mancava ancora qualcosa, il suono era troppo scarno. Di conseguenza abbiamo deciso di utilizzare le basi.

Rimanendo in tema concerti, come siete messi su questo fronte? Riuscite facilmente a suonare live?
Per quanto riguarda l’estero, il nostro manager aveva provato a infilarci da qualche parte e effettivamente avremmo dovuto fare di supporto ai Rhapsody. Il problema era che avremmo dovuto pagare tutto di tasta nostra e quindi non ce la siamo sentita. Era una spesa eccessiva per noi. Quindi abbiamo deciso si fare solo qualche data importante qui in Italia e abbiamo preferito supportare qualche grosso nome piuttosto che fare un tour. Nel tempo a disposizione abbiamo deciso di dedicarci alla registrazione di “Soulless Child”. Ora che il disco è uscito siamo in trattativa e non posso rivelare nulla ma dovrebbero esserci delle belle date per l’Italia e non solo.

Ora che avete pubblicato due album, dimmi che feedback avete ricevuto, se c’è stata qualche recensione che ti ha particolarmente colpito sia in maniera positiva che negativa.
Abbiamo ricevuto molti pareri positivi, e non me l’aspettavo davvero! Abbiamo ricevuto molti feedback e la cosa mi ha impressionato e mi ha fatto piacere. Sono contento e fiero di come si sia mossa la Limb Music in tal senso. Mi ha fatto piacere anche costatare il numero di giudizi favorevoli da parte di webzine e riviste, davvero non saprei sceglierne uno. Ovviamente ci sono anche stati molti giudizi negativi, alcuni piuttosto pesanti, specie nei confronti del cantato di Sara, oppure perché siamo troppo simili ai Rhapsody.

Dammi invece il tuo parere sul genere che suonate: ultimamente si ha l’impressione che chi suoni metal sinfonico o power abbia perso in partenza. Tu hai avuto sentore di questa cosa, se sì, te ne preoccupi oppure ne sei indifferente?
Diciamo che questa cosa me l’hanno detta in molti. Però il power sinfonico è il mio genere preferito e io voglio fare questo…se va male io ci ho provato! Per ora posso dire di essere molto soddisfatto di come sono andate le cose. Le vendite dei due album sono andate bene un po’ in tutto il mondo, specie in America e in Giappone, poi anche in Europa. Credo che il genere, se prima era un po’ in calando, adesso stia risalendo.

Secondo te che aspettative può avere una giovane band italiana che inizia a suonare nell’era di internet e del download illegale, oltre al fatto che la scena metal è affollatissima?
Credo che una band metal, indipendentemente dal genere, che parte in Italia, parte svantaggiata. Questo perché l‘Italia non offre un mercato musicale all’avanguardia come può accadere all’estero. Senza andare troppo lontano, Austria, Svizzera e Germania. Credo quindi che se una band volesse iniziare dovrebbe puntare subito al mercato estero, cercare case discografiche estere e così via. L’altro punto negativo in Italia è il live: noi abbiamo suonato praticamente solo in Italia per adesso, e quindi non possiamo lamentarci! Vedo però che la possibilità di suonare in Italia sta calando, non solo per le piccole band, ma anche per i grossi nomi. Credo che in Italia ci sia poco interesse nell’andare a vedere i gruppi dal vivo. In definitiva se dovessi consigliare a una band italiana come muoversi direi di puntare soprattutto all’estero. Di band valide in Italia ce ne sono moltissime e secondo me con la giusta spinta potrebbero fare il botto, da quanto sono brave.

Hai in parte anticipato la mia domanda. Anch’io credo che ci siano molte band valide ma un altro difetto che si imputa all’Italia è quello di avere molte individualità che però non formano una scena compatta. Sei d’accordo? Sei in contatto con altre realtà italiane?
Ho avuto la fortuna di conoscere molta gente di diverse band sparse per tutta la penisola. Molti di questi gruppi mi hanno impressionato per la voglia di fare e per quanto sono bravi. Purtroppo però la maggior parte di loro non è riuscita nemmeno a trovare una label italiana. In ogni caso come ti dicevo ho avuto la fortuna di conoscere molti ragazzi e di legarmi a loro, quindi secondo me non c’è poi tutta questa grande individualità.

Bene. L’intervista è finita. Chiudi pure come preferisci.
Grazie mille per l’intervista, un saluto a tutti i lettori di heavy-metal.it e speriamo presto di vederci dal vivo. Seguiteci su facebook e sul nostro sito www.ancientbards.com. Grazie a tutti!

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